8 agosto 2011 – Un iscritto alla Mediateca viene a restituirci la sua tessera. Il volto pallidissimo, la barba più lunga del solito. “Non mi serve più….” Mi dice con un nodo in gola. Lo abbraccio e gli faccio una carezza, davvero non sono capace di dirgli molto. Gli offro la mia disponibilità nel caso avesse bisogno di un aiuto subito, ma ringraziando risponde che ce la fa da solo. “Difficilmente mi dimenticherò di voi” mi dice andandosene frettolosamente.
La nostra Mediateca in quel momento è abbastanza affollata. Alcuni soci stanno guardando in allegria le riprese di gite e festicciole del passato, ridendo e scherzando sull’uno o sull’altro, ignari dello stato d’animo in cui si trova quel signore che se n’è appena andato.
Anche se dentro ognuno di noi, in quell’ora di allegria rubata alla nostra quotidianità, c’è sicuramente una triste storia che stiamo vivendo o abbiamo appena vissuto, in quel momento però noi siamo più fortunati, più forti di quel fragile giovane signore che da molto tempo veniva a trascorrere qualche mezz’ora in Mediateca, per staccare, per ricaricarsi, per essere in grado di affrontare l’intera giornata che doveva trascorrere accanto alla moglie. Chiacchierava un po’ con noi, si collegava in internet, leggeva un libro, raccontava della sua città, a volte riusciva anche a sorridere .
Ultimamente ci aveva detto che la moglie aveva chiesto di andare a casa per l’ultima volta…Aveva speso una grande cifra per pagare un’ambulanza, ma era felice di esserci riuscito.
Addio caro amico, ce la farai. E salutiamo anche te, in questo tuo ultimo viaggio, carissima moglie del nostro amico. Non ti abbiamo mai conosciuta, ma ogni giorno ti sentivamo volare sempre più in alto.
Sono commossa nel leggere questo articolo, ero presente in quel momento; l’avevo riconosciuto quel signore per averlo visto due o tre volte,mi era stato presentato come momentaneo socio in quanto era sempre presente per assistere appunto sua moglie ed ho intuito il suo dolore, mi unisco al vostro saluto.
Solo ora ho avuto la lucidità necessaria per leggere questo commovente articolo di Giancarla Milan, anche se non conosco questo nostro giovane amico, desidero comunicargli la mia partecipazione al suo dolore e il mio più affettuoso saluto. Coraggio, carissimo, vedrai che la vita ti sorriderà ancora! (spero presto). Un saluto affettuoso.
Sono contenta che la nostra mediateca abbia fatto sentire vicinanza e solidarietà a una persona , provata dal dolore e lontana dal suo ambiente
Bene Giancarla, un articolo scritto con ‘pathos’ che emoziona e fa pensare! Anche se, per noi soci Agorà, date le motivazioni che ci hanno spinto ad iscriverci e l’ubicazione fisica della nostra struttura e della aule, i pensieri e le emozioni che hai suscitato sono abbastanza ricorrenti.
Non so se la persona da te descritta è la stessa, ma anch’io, questa primavera, quando facevo servizio in Mediateca, ho avuto occasione di conoscere un signore, più o meno di mezza età, non di qieste parti, che aveva la moglie ospite al piano di sopra, e che veniva a prendere a prestito dei libri con grande frequenza, anche ogni paio di giorni, e che poi leggeva lui stesso alla moglie, in quanto questa aveva ormai grossi problemi di vista..
Abbiamo passato qualche minuto a parlare di libri e così via, ma senza entrare nel merito dei suoi problemi.
Temo che situazioni simili siano abbastanza frequenti, il modo particolare all’ O.I.C..
D’altra parte la vita è anche questo, prima o poi finisce (sperando senza troppe sofferenze) e ne comincia un’altra come … l’arrivo di Irene dimostra.
Bisognerebbe arrrivarci preparati e senza particolari rimpianti (…. cosa molto difficile)