Te go vista moja brombà
te me ghe piasso instesso
anca se no so ben….
come ch’eà sia …‘andà!
Me ricordo i giorni de soe
quando te passavo sora
de pressa, pitosto intavanà
e no te gavevo mai vardà.
Invesse, me so incorto desso
che so più stajonà,
par via dei ani che go avansà,
e te digo eà verità,
pa queo che me ne intendo,
te si proprio eà piassa più bea
che go incontrà.
I portegheti da na parte si
e da staltra no, che fa pandan.
Na Ciesa granda s’un canton
el Santo in lontanansa de scondon.
Ghe gera anca na corte atresà
pae bestie a fare marcà,
no eà ghe xe più,
semo resta noaltri,
come semoi?…. no se sa!
E po al centro te resti imbaucà
co sta corona de statue
che poe bagnarse i piè
so na canaeta de aqua organisà,
che gira sempre
e no so come ch’eà fa.
Pa completare, in mezo
a un giardin de albare e prà,
no manca eà fontana
coe panchete torno,
pa stare sentà
a ciapare el fresco d’istà.
Ceronte
(Agosto 2014)
IL PRATO DELLA VALLE
Ti ho visto inzuppato tutto
mi sei piaciuto lo stesso
anche se non so…
come sia successo…!
Mi ricordo i giorni di sole
quando ti passavo sopra
di fretta piuttosto arrabbiato
e non ti avevo mai guardato.
Invece, mi sono accorto adesso
che sono più maturato
per via dell’età più avanzata,
e ti dico la verità,
per quel po’ che me ne intendo,
sei proprio la piazza più bella
che ho incontrato.
I portici da una parte si
e dall’altra no, che si fronteggiano.
Una chiesa grande in un angolo
e il Santo si intravede nell’altro.
C’era anche un cortile attrezzato
per le bestie, il giorno di mercato,
ma adesso non c’è più,
siamo rimasti noi,
come siamo? non si sa!
Poi al centro resti incantato
per questa corona di statue
che potrebbero bagnarsi i piedi
nella canaletta di acqua semovente,
che gira sempre
e come faccia non si sa.
Per completare, in mezzo
a un giardino di alberi e prato,
non manca la fontana
con le panchine attorno,
per stare seduti
a godersi il fresco l’estate.
Caro Ceronte,
E’ noto che la perfezione sta nelle cose padovane, è noto anche che non tutti sono perfetti. Con un enorme sforzo intellettuale (ho fatto la terza media) dalla foto deduco che si tratti di una elegia sul Prato della valle. Conoscendo la tua ispirazione poetica molto sensibile, quale comune mortale mi piacerebbe far parte di quelli che possono godere delle tue romantiche fatiche poetiche. Ti sarei grato se tu potessi condividere anche con me la gioia che provano i padovani nel leggerti. Giovanni
Caro Rino, devo dire che il nostro amico Giovanni ha una buona parte di ragione, e suggerirei che quando scrivi in dialetto, a fianco dello scritto inserisci la versione in Italiano, come fanno molti scrittori dialettali. Penso inoltre sia gradito anche a altri lettori, considerando che tra i nostri soci ci sono parecchi che provengono da altre regioni Italiane.
Caro Giovanni, vedi quanto e bravo il nostro Ceronte, ha provveduto a scriverla in italiano così tutti possono comprendere il significato della poesia.
Grazie Rino per la tempestività nell’accogliere il mio suggerimento