Considerato che altri non l’hanno ancora fatto, incomincio io col mandarvi questa poesiola, sperando che il mio esempio sia seguito da numerosi e più bravi soci. La poesia tratta di un episodio triste di questa mia cara figlioccia, pianista concertista.
ALLA MIA FIGLIOCCIA
Un raggio di luna
bacia l’amica mia bella
che al balcon seduta
quietamente piange
un dolce amaro, malinconico ricordo.
La terra raccoglie
le sue calde lacrime
ma fiori non dona
l’arida zolla
che troppi tormenti
raduna.
Sono pagine d’amore.
Soffi di carezze
languide, poco vissute
e mai dimenticate.
Asciuga gli occhi piccola mia,
non è questo il tuo tempo,
il tuo tempo verrà.
Lascia intanto dondolare
i tuoi capelli al vento
neri riccioli ribelli.
Spalanca i tuoi occhioni
limpidi allegri
dolci e severi
che scrutano in fondo all’anima
di chi ami e di chi ti ama.
Dischiudi le tue rosee labbra
odorose e morbide,
imbronciate e gaie
e succhia dal mondo
il nettare della vita.
Le tue delicate mani
cantano l’armonia struggente
del tuo sensibile cuore.
Falle correre veloci sulla tastiera
e dona a noi il tuo talento.
Se questa sarà la tua vita,
vivila tutta con amore,
ti sarà compagno nella gioia
e conforto nella tristezza.
…e non piangere più
figlioccia amica mia.
Rino
belle parole che parlano di un animo gentile
Grazie per gli auguri che ricambio di cuore.
A…rileggerci.Ciao
Franca
Bella poesia, bravo Rino