Se da una parte i nutrizionisti continuano a promuovere una dieta più leggera e a basso contenuto di colesterolo per i quarantenni, chi ha superato i 70, ovvero le persone che normalmente sono molto più attente a quello che mangiano, paradossalmente dovrebbe sentirsi più libero da certe limitazioni. Secondo uno studio condotto da Hélène Payette, ricercatrice presso l’Istituto Universitario di Geriatria di Sherbrooke in Quebec, Canada, a 80 anni il colesterolo non è più un fattore così importante, dal momento che con buona probabilità la persona a quell’età ha già superato il rischio di malattie che ne possono derivare. E’ invece molto importante, per la Payette, che una persona in età avanzata mangi quanto necessario per sfamarsi e ricavi piacere da ciò che mangia.
Recenti ricerche hanno mostrato infatti che, contrariamente a quanto si è sempre creduto, il peso ideale per gli anziani sarebbe superiore a quello dei giovani adulti: le persone anziane non obese, ma con un peso maggiore, vivono più a lungo, presentano un tasso di mortalità più basso e sono più resistenti alle malattie di quelle più magre. Un’alimentazione insufficiente o troppo povera nell’anziano porta inoltre ad una perdita della forza fisica con implicazioni sulla mobilità, l’autosufficienza e il sistema immunitario.

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(Cyberpresse.ca, 14 marzo 2011)