Domenica 28 luglio 2018. Parigi, Campi Elisi, ore 19,10. Si conclude in questo momento, dopo 21 giornate di corsa e 2 di riposo la 105esima edizione del ” tour de france” vinta dal corridore scozzese GERAINT THOMAS, la manifestazione ciclistica considerata da tutto il mondo delle due ruote la più bella, importante ed affascinante.
Fin da bambino, appena terminato il drammatico, disastroso secondo conflitto mondiale, non avevo allora nemmeno dieci anni, lo ho cominciato a seguire e ad amare, al pari del calcio, questo fantastico, entusiasmante spettacolo che ripartiva dopo gli anni della guerra, (sospeso dal 1940 al 1946), appunto a causa degli avvenimenti bellici. Erano allora in auge i mitici campioni italiani Coppi e Bartali, i francesi Robic e Bobet, gli svizzeri Kubler e Koblet, il belga Ockers, lo spagnolo Bahamontes e tanti altri che con le loro epiche imprese infiammavano l’ ampia platea composta da migliaia e migliaia di spettatori assiepati lungo il giornaliero percorso della gara. Ancora non avevamo la televisione e noi ragazzini, puntuali ogni pomeriggio davanti alla vecchia radio messaci a disposizione dal parroco del nostro oratorio, rimanevamo colà incollati per due, tre, ed anche più ore, a tifare per il nostro campione preferito, fino all’arrivo della tappa che decretava anche la fine della trasmissione. Oggi i tempi sono di molto cambiati; l’avvento della TV ci permette non solo di seguire le varie fasi della corsa ma anche di godere della vista di panorami incommensurabili; le montagne francesi, Alpi e Pirenei, le verdi vallate, i monumenti, le cattedrali ed i castelli e tanto altro di quel patrimonio artistico che i cugini transalpini ci elargiscono per mezzo delle moderne tecnologie. Anche quest’anno, naturalmente io l’ho seguito con lo stesso entusiasmo e con la stessa passione di tanti anni addietro ed invito tutti a farlo in quanto esso rappresenta una valida risorsa, specialmente per i non più giovani, per combattere noia, malinconia, possibile depressione. Allora chiudo dicendo: evviva il tour de france, evviva il giro d’Italia, evviva il ciclismo fatto di fatica, sacrificio e sudore ma anche ricco di soddisfazioni per i protagonisti e per chi con passione lo segue. V.S.
Condivido il piacevole articolo di Vitaliano. Ricordo i miei genitori seguire con passione le corse ciclistiche e raccontarmi dei nostri campioni Bartali-Coppi. Io non ero molto appassionata da ragazzina, forse lo sono più adesso perché, come scrive il nostro vice-presidente, c’è la possibilità di gustarsi paesaggi, monumenti e villaggi attraverso le fantastiche riprese offerte in diretta dalla TV. Ho voluto aggiungere all’articolo alcune stupende foto che ho trovato nel web.
Giancarla
Grazie Giancarla per il preciso, esauriente commento e per il servizio fotografico che lo arricchisce.Con il tuo lavoro, hai contribuito a rendere molto più completo ed interessante il mio modesto lavoro.
Io non sono stata un amante dello sport ma ho letto con piacere i vostri post perché mi avete riportato ai ricordi della mia infanzia.
Grazie mille!