SOGNARE NON HA ETA’
(mi piacerebbe…vorrei…se potessi)
E’ vero sognare non ha età ma i sogni si! Ricordo che da ragazzo avevo un grande sogno che mi ha accompagnato per diverso tempo. Appassionato di motori sognavo di possedere una potente moto per partecipare alla Milano-Taranto, una delle classiche competizioni motociclistiche abolita negli anni “60, per la quale occorreva un notevole lavoro di preparazione. Per lungo tempo non feci altro che progettare le tappe per i rifornimenti la quantità di carburante il tipo di moto senza minimamente pensare ad una vittoria; quella sicuramente non sarebbe mancata. Più che un sogno era un gioco ma mi sembrava veramente di vivere quella realtà.
Naturalmente crescendo le prospettive sul futuro prendevano un’altra forma ed in quel periodo di grande difficoltà (anni 1950 – 1960) si poteva solo sognare. Occorreva molta fantasia per il mio sogno, mi vedevo già impiegato in una grande impresa edile dove avrei partecipato ai lavori di grandi opere in tutto il mondo. Sembrava che dovesse rimanere solo un sogno quando il caso mi fece incontrare una persona alla quale confidai il mio sogno per il futuro. Molto semplicemente quella persona mi fece intravvedere che c’era la possibilità che il mio sogno si avverasse: avrei solo dovuto completare la conoscenza pratica del mestiere che tanto mi appassionava. Quanta fatica e quante speranze durante il lungo tirocinio presso uno studio tecnico, ci vollero otto anni per provare la grande emozione: era arrivato il giorno dell’inaugurazione del primo edificio alla cui costruzione avevo dato una notevole collaborazione, era una banca.
Nel contempo avevo anche una vita sociale, facevo parte di un gruppo di amici amanti della montagna, ragazzi e ragazze ben affiatati. Ci incontravamo a casa di qualcuno per scegliere la prossima meta. Qualcuno, per gioco, proponeva mete impossibili da raggiungere e da qui partiva una serie di “se avessi…..” oppure “se potessi farei…”: erano i sogni che ognuno di noi aveva nel cassetto. Questo succedeva abitualmente nelle giornate piovose, di solito per gioco si iniziava con sogni impossibili o ridicoli, era divertente ma poi si passava, quasi senza volerlo a cose più personali con conseguente discussione.
Eravamo amici, c’era molta confidenza quindi facilmente si passava dallo scherzo alle cose che ci riguardavano più da vicino. Come ho già detto eravamo giovani che, finita la scuola, si affacciavano alla vita e tutti avevamo i nostri sogni nel cassetto, sembravano irrealizzabili e riguardavano per la maggior parte il nostro futuro, discutendo si scopriva che con qualche “se….” i sogni sarebbero divenuti una realtà.
Da queste confidenze risultò chiaro che per realizzare i propri sogni bisognava darsi da fare; si scoprì inoltre che qualcuno di noi, una ragazza, stava già lottando, come me, per realizzare il suo sogno. Lei contro i suoi genitori che ostacolavano il suo sogno, voleva fare il medico, ed io che lottavo contro la difficolta di trovare il lavoro che desideravo.
In seguito scoprimmo di avere molti sogni per il futuro che potevano essere condivisi, il desiderio di viaggiare, amavamo la stessa musica e soprattutto avevamo una visione presso che identica di quello che avrebbe dovuto essere il nostro futuro. Tutte queste coincidenze portarono qualche modifica del comportamento nei confronti dei nostri amici, era più divertente stare per conto nostro a parlare di tante cose, soprattutto di come avrebbe dovuto essere il futuro, non c’era molta differenza e con qualche ”sarebbe bello se….” oppure “ chissà se ce la faremo…”. I sogni si sono fusi in un grande sogno, il nostro.
In questo contesto era evidente che tra noi l’amicizia si era trasformata in un altro e più forte sentimento pertanto anche per le cose riguardanti il nostro futuro avevamo la medesima visione (o sogno?). I sogni erano tanti, primo fra tutti una bella famiglia (almeno due figli) in una bella casa dove chiunque sarebbe stato il benvenuto.
Sono passati più di cinquant’anni da quei giorni e, come ho già detto, amavamo viaggiare quindi le vacanze erano sempre un viaggio, in Italia fino a quando i ragazzi finirono la scuola media. Negli anni successivi i nostri viaggi-vacanza partivano da Londra o da Dublino il giorno della fine dei loro soggiorni-studio.
Conoscevamo bene l’Europa di quei tempi (anni ’70=’85) non solo dal punto di vista turistico e culturale ma cercando anche di vivere fra la gente.
Il mondo in quel tempo ero molto grande per noi ma la nostra fantasia ci faceva intravedere l’affascinante cultura nonché la bellezza dell’Estremo Oriente. Valeva un viaggio ed ecco il sogno: un viaggio in Cina sarebbe stato bellissimo, Pechino con la sua Città Proibita, la Grande Muraglia cinese ma bisognava tenere conto del clima e la possibilità di usufruire di guide che parlassero italiano. Certo era un bel sogno solo che il tempo migliore era aprile: se avessimo potuto avere le ferie in quei giorni e se il costo fosse stato sostenibile nel bilancio famigliare….. è rimasto un sogno.
Questo che sto per narrare è un sogno nato nel maggio 1996 quando con due amici (200 anni in tre) salimmo sulla cima del Monte Nero. E’ stata una bellissima escursione, abbiamo dormito in rifugio ed il mattino dopo, durante la discesa incontrammo molte persone giovani e anziane alcune col cappello d’alpino che salivano verso la cima. Ad un anziano alpino chiesi come mai tanta gente. Rispose che nel maggio del 1916 era stato conquistato dagli alpini il Monte Nero e tutte quelle persone avrebbero partecipato alla cerimonia per ricordare l’ottantesimo anniversario di un episodio tra i più importanti della guerra del 1915/18 con una messa in ricordo dei Caduti per la Patria.
Tutti e tre siamo rimasti colpiti dalla parola “Patria”. Nessuno di noi ricordava quando la aveva sentita l’ultima volta. Decidemmo subito che saremmo saliti di nuovo sul Monte Nero nel 90° anniversario. Era un sogno che a 77 anni poteva essere realizzato. In quei 10 anni, purtroppo, il destino ha modificato molte cose nella nostra vita. Anche quest’ultimo episodio è rimasto ancora sogno.
Ho citato questi due sogni per confermare che i sogni non hanno età e questo soprattutto per una persona anziana. Valgono quanto la pensione, quest’ultima ci consente una vita decorosa mentre i sogni la riempiono.
Sono solo! I sogni come i ricordi mi aiutano a capire l’enorme progresso che si è verificato negli ultimi decenni tanto da constatare, a 85 anni, che Pechino è meno lontana di quella volta che sognavamo di andarci e che in fondo anche il mese di maggio 2016 non è poi così lontano.
IVAN
(Ottobre 2014)
Caro IVAN è un vero peccato che i tuoi interventi sul blog siano così rari, perché sono sempre significativi e si leggono volentieri.
Da quel poco che ti conosco, mi pare che tu ne abbia di cose da raccontare, fatti, episodi, sensazioni, che hai vissuto o visto nella tua, per fortuna non breve, vita.
Per quanto riguarda ai sogni, questi del tuo articolo più che sogni in senso ‘freudiano’ sono desideri, aspirazioni, obiettivi, ideali che tutti abbiamo o abbiamo avuto e che, come giustamente fai notare, ci aiutano a vivere anche in una età in cui non si hanno più impegni di lavoro e meno, o nessuno, di famiglia.
Solo che a volte siamo restii a renderli pubblici.
Paolo