Sto passeggiando lungo l’argine di città Giardino, gli alberi si intrecciano nascondendo il cielo facendo quasi un’oasi di pace, non c’è nessuno, il silenzio, la solitudine, essere soli con se stessi…… Riaffiorano i pensieri più profondi, soprattutto quelli tristi, quelli che…, quasi sempre, nascondi a te stessa. Sono quelli che ti dicono che, se anche vivi in famiglia sei sola. Ti dividono i tuoi anni, ti dividono l’esperienza che le nuove generazioni non possono ne capire ne accettare. Cerchi di adeguarti di unirti a loro ma la distanza c’è. Anche se ti lega il legame del sangue e l’amore, è difficile capirsi, se si aggiunge anche che, in fondo, a volte inconsciamente si è prevenuti.
A volte ti senti di peso, di intralcio ai loro progetti, anche se loro non te lo fanno pesare ma tu lo senti, vedi che tutto sommato limiti le loro scelte, la loro vita; che fare??????
Vorresti, nei momenti in cui ti senti più in forza, sia fisica che psicologica, andare ad abitare da sola, ma le tue finanze non lo permettono, e le strutture che sono state costruite, sono accessibili solamente alle persone che hanno una solida possibilità finanziaria.
Che fare???
Cerco di distrarmi e faccio una piccola sosta in una panchina del parco Perlasca. Sono arrivati parecchi bambini e mi incanto ad osservarli nei loro giochi. C’è una bimba piccina che denota, da suo comportamento, un certo caratterino, si ferma vicina alla fontanelle dell’acqua e naturalmente si bagna tutta la tutina. Il papà premuroso gliela toglie e la mette ad asciugare in una panchina e lascia la piccola in mutandine, lei, per sentirsi a suo agio si toglie anche le scarpine e corre felice con i piedini nudi sull’erba e sui sassolini. La scena più simpatica ed allegra è quando il papà tenta di rivestirla, non vuole saperne, le piace di più stare libera (non ha tutti i torti, fa caldo) dice addirittura che la tutina è corta, trova tutte le scuse; tra un capriccio e l’altro il bravo papà riesce a rivestirla, e, disinvolta, sempre scalza si mette a giocare a pallone con il papà ed il fratellino. Appena ne ho l’opportunità chiedo quanti anni ha: tra un me 3 anni !!!
Che nostalgia di quando avevo io mei nipoti piccoli…….
Il mio umore è cambiato, i pensieri tristi sono tornati al loro posto, sarà quel che sarà!!!
Elisa
Certo Elisa
In questi giorni essendo soli, la nostra fantasia e la nostra memoria spazia a tutto campo sulla realtà della nostra vita e ci fa fare pensieri profondi su come viviamo in questo momento.
Personalmente penso che però quello che abbiamo seminato nella nostra vita sia di cose belle e brutte, ma le cose belle danno sempre buoni frutti ed esempio per chi ci sta vicino
Grazie, carissimo delle tue parole
Ho sempre pensato che una delle ragioni d’essere di Agorà sia creare rete tra persone nella terza e quarta età. Persone che oramai sono in pensione e non hanno più vincoli di lavoro di età e così via.
Però con l’avanzare degli anni è facile rimare soli. Il compagno o la compagna della vita, se ci sono stati, prima o poi non ci sono più. I figli, nipoti, fratelli, ammesso che ci siamo stati, hanno la loro vita, magari lontani da noi.
E quando si è soli con molto tempo a disposizione . . . si pensa.
In questo frangente è molto importante avere qualcuno con relazionarsi e con cui passare il tempo e chiacchierare di cose serie e di cose banali.
Fortunatamente io non sono solo, anche se mia figlia con i nipoti è molto lontana qui c’è mia moglie. Certo a causa dei suoi problemi di salute stiamo invecchiando a ritmi diversi, ma abbiamo ancora molti interessi in comune.
Purtroppo tra gli altri miei difetti, ho quello di pensare.
Non penso al passato. Il passato è passato! Poteva essere diverso? Senz’altro. Poteva andare meglio? Forse, ma anche peggio.
Penso al presente ed al futuro prossimo, guardando ai prossimi mesi, massimo al prossimo anno.
E poi? Per quando riguarda il poi cerco di mettermi, di metterci, in una situazione di sicurezza per non gravare sulla figlia e sui nipoti.
Se mi guardo attorno mi sento piuttosto a disagio a vedere la piega che ha preso il comune senso del pensare della società attuale, frutto di una evoluzione culturale in cui la nostra generazione ha grosse responsabilità.
Intanto cerco apprezzare quello che posso cogliere senza particolare sforza.
Una vacanza, anche breve, una passeggiata, magari in bici, per gli argini o per la città alla ricerca di qualche scorcio dimenticato.
Attualmente gran parte dei miei pensieri sono indirizzati ai miei nipoti. A quando e come rivederli, sperando di poterli vedere crescere ancora per un bel po di anni.
Carissimo Paolo, grazie del tuo intervento e delle tue esperienze.
Comprendo che gran parte dei tuoi pensieri siano indirizzati ai tuoi nipoti, per me sono un tesoro inestimabile, ci danno la possibilità di provare un amore diverso da quello che si prova per i figli, il ruolo dei nonni è soprattutto quello di coccolare questi tesori. Il vederli crescere, il vedere in loro qualche somiglianza con noi, sapere che nel loro corpo c’è anche qualche gene nostro ci dà la certezza che qualcosa di noi continua a vivere.
Tu e tua moglie godeteveli il più possibile finché sono piccoli, dopo…. studi, amicizie, amori, lavoro occuperanno sempre più la loro attenzione ed il loro tempo pur conservando per i nonni sempre dell’amore e del rispetto.
Personalmente mi viene spontaneo dare loro qualche consiglio (ne ho sette, i più grandi 27 anni ed il più piccolo 18) ma ho capito che non è il caso, hanno una ‘insegnate più appropriata: “La vita”
Padova, città giardino, il parco giochi ” G.Perlasca”, la passeggiata lungo l’alberato fiume Bacchiglione; quanti bei ricordi mi tornano alla mente, gentile Elisa, leggendo il tuo struggente, triste, malinconico anche, ma bellissimo racconto!
Sono nato e tutt’ora vivo, ( una quindicina d’anni a parte), con mia moglie Rita, nel quartiere della Sacra Famiglia dove sono nati e cresciuti anche i nostri figli Matteo ed Alberto negli anni 70′.
Potrebbero allora non essermi cari e famigliari i luoghi da te citati? Molta parte del mio poco tempo libero l’ho trascorso con i due piccoli al parco, dove insistentemente e continuamente mi pregavano di venire accompagnati e dove, appena colà giunti, si scatenavano in interminabili e frenetiche corse lungo i vialetti interni o sul sempre ben curato tappeto verde, saltando o sull’una o su un’altra delle diverse giostrine a disposizione dei tanti bambini presenti, e tutto questo, fino al calar della sera quando il guardiano di turno molto cortesemente invitava ad abbandonare l’impianto in quanto era giunta l’ora di chiudere. Li riportavo allora a casa stanchi, sudati, sporchi ma felici, nonostante qualche bonario rimprovero della loro mamma che, uno alla volta li rimetteva a nuovo con un salutare bagnetto caldo, prima della cena.
Passo ancora da quelle parti per una salutare passeggiata e vedo anche adesso tanti bambini giocare allegri e felici, controllati a vista dai loro giovani genitori; purtroppo però, non sono più i bambini ed i genitori di quel tempo ormai per sempre ed irrimediabilmente andato!
Ti capisco carissimo Vitaliano, tutto cambia continuamente, ed a noi non resta altro che osservare, spesso con stupore ed un po’ di disapprovazione.
Ho abitato anch’io, per tanto tempo, nel quartiere della Sacra Famiglia ed ho sempre frequentato il parco Perlasca, prima con i figli, poi con i nipoti ed ora per il tuo stesso motivo.
Probabilmente qualche volta ci saremmo anche incontrati, ma io sono poco fisonomista e forse non ti ho riconosciuto, starò più attenta, sarebbe carino augurarci il buon giorno.
Cara Elisa,
quante volte ho letto con nostalgia il tuo pensiero del passato e lo sguardo al futuro. Condivido e vivo interamente le tue sensazioni a volte liete ma spesso tristi.
Ognuno di noi ha un trascorso di vita personale che sento sempre diverso dagli altri. Il mio è ancora più diverso! Vedovo da 20 anni, senza figli, l’età che avanza impietosa mi sono inventato una nuova famiglia. Inutili le tante attività intraprese: culturali, figurative, tecniche (leggi PC)ecc. il vuoto insiste tutti i giorni sempre più pesante. Troppo lungo e diverso il metodo per arrivare allo scopo. Con simpatia e affetto ho trovato quattro meravigliose ragazze che chiamo e tratto da figliole. Ci vogliamo bene, forse di più di qualche famiglia naturale. Ci incontriamo per raccontarci le varianti della vita di tutti giorni. Due si sono sposate e mi hanno fatto diventare nonno. Sembra un sogno ma questa è la verità. Spero vedere sistemate anche le altre due e così chiudere serenamente con questo mondo.
Caro Rino, leggendo questo tuo commento scopro una affinità della mia vita molto simile alla tua, la mia naturalmente è un po diversa dalla tua,
io ho avuto la fortuna di avere una figlia che mi ha dato 2 nipoti e 3 pronipoti e non ti dico quanto sono orgoglioso di loro quando ci troviamo a festeggiare i compleanni.
Però ho letto che ti sei proposto con la tua amicizia ad altre ragazze giovani e ne hai ricavato un appagante affetto, sto seguendo timidamente una amicizia come hai detto tu, con una ragazza che non vive qui in Italia ma parlandoci e scrivendoci su Skype si sta consolidando una amicizia che non credevo possibile, leggendo il tuo commento ho scoperto questa affinità di propositi, ora ti chiedo faccio bene a proseguire questa amicizia
Cari amici, mi pare che finalmente il nostro BLOG, grazie agli stimoli della nostra Elisa, che ringrazio nuovamente (non volermene Elisa ma non posso farne a meno), stia prendendo una connotazione meno scolastica, fredda e distaccata ma molto partecipativa in cui i soci hanno l’occasione ed il ‘piacere’ di aprirsi.
Speriamo che questi articoli sia da stimolo a qualche altro socio.
Paolo, Paolo……. 🙂
Spero con te che anche qualcun altro trovi il coraggio di esporsi e di raccontarsi, provocando ulteriori confidenze.
Siamo o non siamo amici???
Caro Danillo, anche a te posso dire amico mio, perché se nasce questo sentimento non c’è bisogno di tante parole, si sente così, per natura.
Ho cercato di dare l’idea della mia originale creazione di famiglia.
Inutile entrare nei particolari, sarebbe lungo e noioso. Posso solo dire che ci vogliamo bene, con me e tra loro. Potrei anche dire che ci amiamo ma non voglio che qualcuno fraintenda questo meraviglioso sentimento. Ho avuto la prova quando non sono stato bene. Posso dire che l’amicizia e il sentimento più bello dell’essere umano. Perché vuol dire amare e amare vuol dire vivere.
Quindi stare attenti a scegliere bene, ma poi trovata non perderla. Quando nasce questo sentimento vuol dire affetto e dedizione e si sente proprio un aiuto nei momenti tristi.
Mi sembra che in ognuno di noi, dopo una vita quasi trascorsa possa rimanere un vuoto, un vuoto che ancora non si è riempito o perché non siamo stati fortunati, o perché non lo abbiamo reso palese, o perché non lo so :-)…….. Questo vuoto ci fa sentire soli, ci fa stare male.
Per un periodo di tempo ho viaggiato parecchio in treno ed ho notato che è facile confidarlo a qualche viaggiatore/trice oppure riceverne le confidenze, ho capito il perché “non ci saremmo più rivisti”
E’ bello molto bello quello che a voi sta’ accadendo, soprattutto il caso di Rino, la cosa è ormai consolidata dal tempo e ha avuto, con i fatti, dimostrazioni concrete, ma invece direi a Danilo di non desistere ma di stare un po’ attento.
Ho visto in prima persona le truffe che mia sorella ha subito, per l’ingenuità di tentare di riempire troppo facilmente il suo desiderio di affetto, e questa esperienza mi ha messo un po’ di malizia, attenzione purtroppo vi sono persone che ne approfittano, agiscono per interesse e finiscono con il farci del male.