Questa pandemia ha travolto tutto il mondo, noi compresi. Il nostro modo di vivere, le nostre abitudini, i nostri ritmi sono stati stravolti. Anche se, devo ammettere, che ne io ne mia moglie abbiamo avuto grossi problemi.
Certo abbiamo dovuto cambiare la nostra organizzazione quotidiana, in particolare durante il ‘lockdown’. Ci siamo organizzati per fare la spesa solo una volta alla settimana e Rosa ha imparato a fare il pane in casa, ed anche ora, che il ‘lockdown’ è passato facciamo la spesa ogni 7/10 giorni, salvo qualche caso particolare, abbiamo eliminato, ovviamente, il cinema, siamo andati a pranzo fuori solo un paio di volte, da soli e all’aperto e ben distanziati, i rapporti ‘ravvicinati’ con gli amici sono stati, e lo sono tutt’ora, molto rari e con i dovuti accorgimenti (distanziamento, all’aperto, mascherine …). Naturalmente questo non vale per i nipoti! Però ho saputo ed ho sentito anche direttamente, che la pandemia, in particolare il ‘lockdown’, ha creato problemi a molti, in particolare alle persone che vivono sole, ai single per scelta o per i casi della vita, anche se non solo a loro. Chi vive da solo e ha dovuto stare in casa senza poter condurre una vita sociale, ha sofferto non poco. Poiché in Agorà non pochi soci/e sono single, credo che sarebbe interessante, almeno dal mio punto di vista. sapere come hanno affrontato questi mesi,
Che problemi hanno avuto, se ne hanno avuti, e come li hanno risolti. Personalmente avrei anche un’altra curiosità. Io, fortunatamente, non ho notizia di nessuno tra i miei parenti, amici, conoscenti e vicini che sia stato colpito dal virus, ma il virus c’è e gira tuttora, e penso che sarebbe interessante sentire se qualche socio Agorà ha delle esperienze, dirette o indirette, in merito. Io ho messo alcuni articoli sul tema all’inizio della pandemia, ma poi, a parte Elisa, Giancarla e Danilo nessun altro ha scritto qualcosa. Ho sempre ritenuto, ed in particolare in questo frangente, che il BLOG sia un valido strumento per tenere unita e aggiornata la nostra associazione, e penso che ora sia il principale modo per tenerla in vita.
I locali di Agorà presso il S.Chiara ancora per un (bel) po’ non saranno agibili, le attività intergenerazionali, come il Museo e l’Educazione Stradale, non riprenderanno nei prossimi mesi, anche perché i soci Agorà, data l’età, sono tra le categorie a rischio, il laboratorio ed il Mercatino … chissà (?).Inoltre aggiungo che soci nuovi per un po’ non ne verranno, dato che sono sospesi i corsi di formazione, mentre, come si è sempre verificato nel passato ci sarà una diminuzione degli iscritti.Alla luce di quanto sopra: calo degli iscritti, mancanza di soci nuovi, mancanza delle attività classiche, ritengo che un legame almeno ‘virtuale’ come può essere il BLOG sia un modo efficace, anche se forse non l’unico, per tenere viva Agorà.
Paolo
Sono d’accordissimo con te caro Paolo. Questo povero Blog è proprio abbandonato, e pensare che è l’unico mezzo che ci è rimasto per tenere viva questa povera Associazione che ha dato tanto e che potrebbe ancora dare tanto attraverso quest’unico strumento che ci è rimasto.
Ho sempre pensato che condividere le proprie esperienze ed i nostri pensieri sia un modo per arricchirci a vicenda. Personalmente non ho mai avuto timore di espormi.
Riguardo all’attuale pandemia posso dire che, sebbene non mi sia mai trovata da sola, stà lasciando in me un brutto segno. Mi sento invecchiata più del dovuto, non riesco a sopportare la mascherina, limita molto il mio respiro. Mi lavo e disinfetto le mani forse più del dovuto e, quando esco non ho più la disinvoltura di una volta.
Ho un’amica che l’ha avuta, è un’infermiera. Si è curata a casa e quello che più l’ha fatta soffrire è stata la grande debolezza. ha un figlio adolescente, si può dire che l’ha accudita lui e fortunatamente ne è uscito indenne. Uno dei miei figli ha un negozio di computer, la sua attività è dovuta stare sempre aperta e lui ha usato e usa tutte le accortezze. E’ in amicizia con parecchi suoi clienti e ha sentito cose poco piacevoli. Quella che più mi ha colpito è di una sua amica infermiera, che non è riuscita a non provare empatia per la sofferenza fisica e morale che ha visto e la conseguenza è stato un brutto esaurimento nervoso. Penso che ci convenga mettere da parte le paure, metterci nelle mani del nostro Creatore, ed andare avanti, sempre, nel rispetto delle regole, ma tranquilli. Queste ultime parole le stò dicendo sopratutto a me!