Questa mattina, per radio, ho sentito leggere questo racconto di Emily Miglianelli, l’ho trovato interessante e, se chi ha il compito di revisionare, lo ritiene opportuno, vorrei condividerlo con Voi.
Non fateli i figli.
Non fateli che poi vi vengono le occhiaie, le rughe, le smagliature, le bolle di sapone nella borsa, le figurine nei taschini delle camicie e le costruzioni nel letto.
Non fateli che poi vi viene voglia di farne altri.
Non fateli che poi vi iniziate a fare troppe domande sul senso della vita e vi vengono le vertigini.
Non fateli che poi vi rivedrete in loro in ogni azione e avrete un rimando costante del vostro essere. Uno lo specchio può non guardarlo, ma loro no.
Non fateli che poi al posto dei gin tonic vi ritrovate con il latte di riso in una mano e il succo di mela nell’altra.
Non fateli i figli, che poi finirete per commuovervi guardandoli dormire, trovando le loro mutande in giro, salutandoli per la prima gita.
Non fateli, altrimenti rischierete di modificare drasticamente il peso degli aspetti della vostra vita e forse vi verrà voglia di lasciare il lavoro, vendere la moto e lasciare che saltino sul divano di design.
Non fateli che poi vi ritrovate a non saper gestire alcune situazioni e a pensare a tutte le volte che avete giudicato dentro di voi altri genitori, quando voi i figli non li avevate.
Non li fate i figli, perchè vi costringeranno a tornare dai vostri genitori e sistemare tutti i sospesi.
Non fateli, che poi non vi importerà più niente di uscire, di ballare, di fare passeggiate notturne e viaggi in autostop e riuscire a farvi una doccia di mezzora diventerà la vostra massima conquista.
Non fateli i figli, che poi tocca fare i genitori e smettere di essere figli.
Non fateli i figli, che poi bisogna trasformare la coppia, bisogna ridarle forma, senso, consistenza e curarla e proteggerla come se anche lei fosse un figlio.
Non fateli i figli, o scoprirete che non avevate capito niente della vita, tutte le vostre certezze vacilleranno e si apriranno nuovi orizzonti.
Non fateli se avete paura del cambiamento.
Non fateli se temete di smarrirvi.
Non fateli se non siete pronti a sacrificare i vostri lussi.
Non fateli se non siete pronti a vedersi chiudere un’era e una nuova sconosciuta aprirsi.
Non fateli se avete paura di invecchiare.
Non fateli se avete paura di amare.
Ma se tutto ciò non vi appartiene, fateli e proteggeteli.
Fateli e curateli dal mondo circostante e da voi stessi, dai vostri punti oscuri.
Fateli e non perdete l’occasione unica e irripetibile di crescere con loro, di accettare la sfida della vita che si rinnova, che sorride impotente di fronte a ciò che non conosceva e non conoscerà mai finchè penserà di saper tutto.
I figli insegnano e la prima lezione riguarda il saper lasciare andare.
Lasciatevi andare e lasciate andare ciò che non serve.
Fateli i figli, e viaggiate leggeri, sospinti dal vento senza temere la meta, rimanendo collegati col movimento del viaggio.
Dolce, lento, sublime, incerto, viaggio della vita.
Approfondimenti
Emily Mignanelli è maestra e pedagogista, dal 2009 si occupa di scuole sperimentali e innovative, fondando SERENDIPITÀ, una scuola-comunità dinamica. Si occupa di formazione per insegnanti e genitori. E’ appassionata di pedagogie sotterranee e celate, di storia educativa e sociale, di come l’educazione può diventare strumento di evoluzione o distruzione dell’identità.
Sono d’accordo con te Elisa. Il racconto è veramente importante, interessante e merita di essere sottoposto all’attenzione ed alla discussione da parte del nostro gruppo del lunedì.