MIO NONNO
Verdeggiante il paesaggio
e tiepida l’aria.
Lo vidi in lontananza
venire avanti piano
tra un giardino fiorito
e qualche ombrosa pianta.
Era il nonno mio
che amavo tanto.
Appoggiata una mano
sul bastone e l’altra
col guinzaglio un cagnolino,
mi vide e mi sorrise.
A modo suo
mi festeggiò anche Tom
che abbaiò ma sottotono
per non rompere l’incanto.
Sembrava rustico il nonno,
che nascondeva così
l’emozione del cuore,
che di gioia gli batteva forte.
Chiamò Tom, ma sottovoce
e tra loro si capivano lo stesso.
Invidiavo, sommessamente,
questa bestiola fortunata
di avere un nonno
sempre alla portata.
Ora ci sono anch’io
in questa compagnia
d’amor carico
e d’allegria.
Ceronte
Carissimo Rino, io non sono un poeta ne tanto meno un critico credibile in materia. E’ vero, da giovane ed ancora oggi, mi piaceva e mi piace scrivere, scrivere di sport, in particolare di calcio, ciclismo, pugilato; però debbo confidarti che mi stupisci sempre più. Ma dove trovi tanta vena, ispirazione, fantasia per tradurre in versi semplici ma a dir poco meravigliosi, che toccano profondamente per la loro carica di umanità, sensibilità, dolcezza? Un abbraccio. Vitaliano
Con i tuoi versi hai reso visibile tuo nonno!!! Complimenti caro Rino!!!