L’ INGENUA FANCIULLA
(1)

Spensieratamente cantando,
la mano sventola affettuosi
saluti alla materna figura
che all’uscio bonariamente
raccomanda.
Uno squillo e una voce
sollecita l’amichevole incontro.
Allunga il passo,
quasi ballando,
l’ingenua felice fanciulla.
Il cuore aperto al mondo
e il pensiero al suo primo amore,
che presto incontrerà.
Non c’è timido sole
o limaccioso cielo
ma calma e anonima
giornata per desiderati incontri.
Quasi improvviso
appare l’amico atteso.
Visione incantevole e disarmante.
Non servono fiori per festeggiare,
ma un morbido verde
prato dove posare i corpi.
Con grazia calcolata
da passata esperienza
il disinvolto individuo
porta l’entusiasta vergine
a collaborare nella ricerca.
Improvviso cambia l’umore
e prepotente la vogliosa
senza remore richiesta
di un intenso “pegno” d’amore.
Alla fine
un veloce indifferente saluto e via.
Tristemente a capo chino
il doloroso ritorno a casa.
Non può essere
questo violento fisiologico sfogo
il vero amore.

Ceronte

Novembre 2012