L’ INGENUA FANCIULLA
(1)
Spensieratamente cantando,
la mano sventola affettuosi
saluti alla materna figura
che all’uscio bonariamente
raccomanda.
Uno squillo e una voce
sollecita l’amichevole incontro.
Allunga il passo,
quasi ballando,
l’ingenua felice fanciulla.
Il cuore aperto al mondo
e il pensiero al suo primo amore,
che presto incontrerà.
Non c’è timido sole
o limaccioso cielo
ma calma e anonima
giornata per desiderati incontri.
Quasi improvviso
appare l’amico atteso.
Visione incantevole e disarmante.
Non servono fiori per festeggiare,
ma un morbido verde
prato dove posare i corpi.
Con grazia calcolata
da passata esperienza
il disinvolto individuo
porta l’entusiasta vergine
a collaborare nella ricerca.
Improvviso cambia l’umore
e prepotente la vogliosa
senza remore richiesta
di un intenso “pegno” d’amore.
Alla fine
un veloce indifferente saluto e via.
Tristemente a capo chino
il doloroso ritorno a casa.
Non può essere
questo violento fisiologico sfogo
il vero amore.
Ceronte
Novembre 2012
Caro Rino,
questa non è certo una poesia leggera e allegra !
Forse la giornata non invitava a pensieri idilliaci !
Però anche su temi ‘seri’ e, perchè no, ‘scabrosi’ si può fare poesia e dare uno stimolo alla riflessione.
Aspetto, con curiosità, il secondo capitolo.
Un tema purtroppo realistico, che spegne il sogno di una giovane fanciulla, ma proprio perchè giovane avrà certamente la vigoria di un veloce recupero e tutta la vita per rimpiazzare questa sua prima squallida esperienza con altre più romantiche e colme di meritato amore.