L’INGANNATA FANCIULLA
(2)
Danzanti briciole d’acqua
rinfrescano la sorgente.
Timidamente allunga la mano
la vivace creaturina
che mamma spinge…
e trattiene.
Vola lontano il pensiero
e mutevolmente sorride e trema.
Con angosciato cuore
risente ancora l’ingrato padre
concepire la nuova vita.
Un singulto si confonde
con l’allegra fonte
e involontaria smorfia
si specchia nel trasparente
invitante laghetto.
Si spinge più avanti
il garrulo infante
e non trattiene tanto
la scivolosa mano
della intorpidita genitrice.
Un miracoloso refolo
da un lontano campanile
scuote l’offuscata mente
con l’armoniose note
dell’Ave Maria.
Tiene salda la presa
la sfortunata mamma
e in ginocchio
sull’umida riva,
gli occhi al cielo
piange, ride e prega,
stringendo a sé per sempre
l’innocente frutto
di una breve ingannevole passione.
Solo il bacio del figlio,
come carezza di un angelo,
dona la gioia dell’amore.
Ceronte
Novembre 2012
Non finirò mai di dirti quanto mi piaccioni i tuoi scrittti, le tue poesie. Questa volta ci hai raccontato in rime due momenti di vita di una fanciulla: nel primo la vediamo andare incontro al suo primo amore restandone amaramente turbata, nel secondo la ritroviamo con questo bimbo frutto di quella sua prima “ingannevole passione” che con l’aiuto di un’altra Mamma le fa ritrovare la gioia dell’amore.
Bravo RIno.