Come ho scritto precedentemente il 29 febbraio dovevamo andare in montagna.

Era una vacanza che abbiamo organizzato quasi un anno fa.

Due settimane a 1.400 mt.a Maranza all’inizio della Val Pusteria vicino a Bressanone.

Ci siamo stati già più volte sia d’estate che d’inverno, ed è un posto che riteniamo ideale per chi non è più giovane e per i bambini.

Dovevamo andarci con i nipoti, con Leonardo ci siamo già stati, anche senza i suoi genitori. questa volta l’organizzazione era un po’ . . . più complessa.

I nonni arrivavano il sabato, così da prendere possesso dell’appartamento e andavano a fare rifornimento di generi alimentari e quant’altro.

Il sabato sera verso le 20 Giovanna, con i bambini prendeva,  il treno, con vagone letto e scompartimento riservato, dalla stazione di Amburgo-Altona, distante circa 500 mt. da casa loro, con arrivo verso le 9.15 ad Innsbruck il giorno dopo. Io sarei andato a prenderli in auto a Innsbruck, circa 45 min/1 ora da Maranza.

Saremmo stati tutti assieme per una settimana. La settimana successiva, sempre con lo stesso iter sarebbe arrivato mio genero e dopo di che tutta la famiglia si sarebbe trasferita in un altro appartamento nella stessa casa due piani sopra, fermo restando i pranzi, cene o (forse) colazioni in comune.

Per il ritorno stesso iter. Con il nonno in auto fino a Innsbruck e poi vagone letto fino ad Altona.

Senonchè il Coronavirus si manifesta a Vò e Codogno!

Cominciano a girare notizie su mascherine, contagi e così via.

Mia figlia e suo marito erano in grandi dubbi. Andare o non andare in montagna?

A Giovanna piace sciare, Leonardo ha imparato l’anno scorso e gli piace, per Alessandro sarebbe stata l’occasione per imparare dopo la falsa partenza dell’anno scorso, due settimane in montagna in Italia a marzo avrebbero fatto molto bene ai bambini, nel Nord della Germania il sole non lo vedono spesso.

Noi nonni avevamo deciso di andare in ogni caso, anche perché abbiamo pensato che si correvano meno rischi di contagio lassù piuttosto che a Padova.

Tra grandi dubbi e ripensamenti, venerdì sera Giovanna ci comunica che avevano deciso di venire, come da programma.

Già in quella settimana avevamo ridotto drasticamente i contatti con altre persone. Ho annullato il barbiere, non sono andato in palestra e solo una volta siamo andati a fare la spesa.

Quest’anno siamo stati fortunati.

Era da novembre che non nevicava ed ormai la neve c’era solo in quota, però, dopo che siamo arrivati, nella notte ha nevicato e quando sono arrivati i nipoti era tutto bianco !

Nella prima settimana il tempo è stato molto bello. Sole, non freddo, qualche nevicata di notte, poca gente (carnevale era passato, la stagione stava finendo e cominciava qualche disdetta).

I bambini si divertono, il nonno pure ed anche la mamma.

Il giovedì successivo arriva Klaus, come da programma.

Però le notizie sul coronavirus su fanno sempre più allarmanti.

Si parla di zone rosse, quarantena, isolamento.

Lassù non ci sono problemi, la gente non è molta, si cerca di non salire sugli ‘ovetti’ con estranei e non si va nei locali pubblici.

Verso sabato e domenica cominciano a girare voci che l’Austria avrebbe controllato e forse fermato le auto italiane al Brennero.

Giovanna e Klaus erano sempre più in tensione.

Hanno quindi anticipato la partenza, sono riusciti a trovare posto nel treno notturno del lunedì ed io ho accompagnato tutta la famiglia ‘tedesca’ a Innsbruck il lunedì pomeriggio.

Per fortuna !!

Il martedì sono iniziati i controlli austriaci al Brennero e in Italia non ci si poteva muovere se non i famosi ‘giustificati motivi’.

Noi nonni siamo rimasti a Maranza fino alla fine della vacanza e la avremmo anche prolungata.

Si stava benissimo!

Sole, un po’ di neve che se ne stava andando, eravamo l’unico appartamento (tra l’altro grande) della casa occupato, con cucina spaziosa e ben accessoriata, con sul retro un patio solarium con niente davanti, solo un prato e vista sulle montagne.

Gente in giro ce n’era sempre meno, solo qualche mamma con il passeggino, andavamo nel panificio a 100 mt a prendere pane, latte, yogurt, e eventualmente lo speck.

Sono andato un paio di volte nel piccolo supermercato a 1 km a prendere un po’ di frutta e verdura ed ero solo io, la cassiera e l’addetto ai ‘freschi’.

Però venerdì, a seguito di pressanti richieste della Provincia Autonoma e di più soft suggerimento del Ministero degli Interni, ci è stato chiesto di tornare a casa.

Così sabato siamo rientrati

In autostrada da Bressanone a Verona abbiamo incontrato un po’ di camion, non molti ma era anche sabato, e non più di dieci auto. Le aree di servizio erano affollate come al solito di TIR ma di auto ce ne erano pochissime, ed in certe aree non ne ho vista nessuna.

Abbiamo fatto una sosta . . . tecnica verso Verona e l’autogrill era praticamente deserto: un’addetta al banco ed uno in cassa sia per il market che per il distributore di carburante.

Dispenser di disinfettante sia all’entrata che all’uscita e nei bagni.

Da verona a Padova c’era un po’ più di traffico ma sempre molto scarso e con pochissime auto.

 

 

 

P.s: restando a casa e non avendo molto altro da fare ho fatto delle prove con le foto e ho pensato di allegarle così.

 

 

Paolo