“Navigando sul blog di Agorà” è una recente iniziativa della nostra Associazione che, ogni lunedì pomeriggio dalle ore 15,00 alle 17,00, prendendo lo spunto da articoli apparsi appunto sul nostro blog o anche no, invita in mediateca i soci interessati, non molti per la verità, ad analizzare, discutere, esporre il proprio personale pensiero sullo specifico argomento di volta in volta proposto. Io sono uno degli assidui partecipanti agli incontri durante il quale lunedì scorso è stato affrontato il delicato, attualissimo tema della migrazione, argomento coinvolgente che ha visto intervenire a turno i presenti con il loro valido contributo di idee.
Tra le tante storie raccontate, due mi hanno particolarmente colpito e non soltanto me, per le toccanti, commoventi, narrazioni ricche di avvenimenti ed aneddoti molto simili a quello che succede oggi ad intere popolazioni del mondo, alla disperata ricerca di lavoro o in fuga dalla guerra.
La prima raccontata dall’amico Domenico ha riguardato la vicenda di un giovane ingegnere, da lui incontrato in questi giorni di vacanza in patria e trascorsi a casa dei genitori. Partito alcuni anni addietro da Padova per cercare il lavoro mancante assieme alla altrettanto giovane moglie anch’essa laureata, dopo aver girato in alcuni paesi dell’ Europa si è definitivamente e soddisfacentemente stabilito in Canada in quanto un gratificante impiego lo sostiene economicamente.
La seconda raccontata con dovizia di particolari e ricca di ricordi, di aneddoti, di episodi diversi a volte anche divertenti, dall’altro amico Paolo, la cui personale odissea iniziò alla tenera età di sei anni, nel lontano 1950, quando con i genitori ed altri tre fratelli dovette imbarcarsi in una vecchia carretta del mare per trasferirsi in Venezuela dove i genitori poveri e privi di lavoro in Italia, approdarono per cercare di migliorare il loro tenore di vita che riuscirono con il loro duro lavoro a raggiungere, tanto da poter ritornare definitivamente nella loro amata Padova dove nel frattempo, come in tutta la nazione era esploso il famoso, tanto ricordato “boom economico” che permise loro, con l’aiuto dei figli, anche del più piccolo, il nostro Paolo, a raggiungere finalmente la tranquillità economica.
Dolore, sofferenza, tanta nostalgia si, ma anche il raggiungimento dell’ agognato obiettivo, risaltano prepotenti in queste due storie che assomigliano a quelle di tante, tante altre simili nel mondo e che mai forse, potranno scomparire. Vitaliano
Non ero presente all’incontro, ma conosco bene la storia di Paolo che anni fa mi aveva raccontato e che avevo ascoltato con tanto interesse ed ammirazione.
Sono racconti ed esperienze di vita che vorrei fossero raccontati nelle scuole, dove i bambini (ma nemmeno i loro genitori) conoscono le fatiche che i loro nonni e bisnonni hanno dovuto affrontare per creare loro quel certo benessere che da qualche anno stiamo lentamente distruggendo.
Giancarla