Nei miei post cerco di essere breve per non annoiare, ma desidero aggiungere un’altra riflessione.
Qual è stato l’input che ha mosso il protagonista a voler uscire dalla sua situazione tragica? L’amore, il desiderio di riconquistare la moglie per donare ed avere amore.
Ho seguito, parecchi anni fa una carissima amica in una situazione abbastanza simile:
In gioventù aveva conosciuto un ragazzo, era amareggiato della vita, era sempre triste, introverso, ateo ma vedeva in lui una particolare sensibilità, onestà e grande lavoratore. Se ne innamorò e con pazienza desiderava trasmetterle la sua gioia di vivere e soprattutto portarlo alla fede in Dio. Dopo varie vicissitudini per lui dolorose, riuscì nel suo intento e finì per sposarlo. I primi anni furono rose e fiori ebbero tre figli in breve tempo. Lei faceva parte di un gruppo di ricerca e di studio sul Vangelo ed assieme lo frequentarono, era una cosa buona. Improvvisamente il gruppo prese una strana piega e fece delle deviazioni che portarono il marito a prendere delle decisioni piuttosto drastiche nella famiglia: “Desiderava vivere come S. Francesco, una scelta ottima per un individuo solo, ma i figli appena fossero cresciuti un po’ sarebbero scappati. Che cosa rimaneva da fare alla madre? Si ribellò e cercò di arrangiarsi……. Ma cominciarono in lei dubbi e riflessioni, non sapeva se era un errore non seguire il marito, stava male fisicamente, il suo mondo era crollato, pressione alta, sintomi di panico, ipocondria ecc. sino ad arrivare a tentazioni di suicidio.
Soffrivo con lei e non sapevo come aiutarla, le consigliai di cercare la giusta via della fede, una ricerca, se voleva assieme a me, leggendo e studiando il Vangelo, esaminandolo con il cuore e non fermandoci nelle parole, ma considerarle nel loro significato spirituale. L’amore per i figli le dette la forza di mettersi in discussione e di prendere questa via; ritrovò nella saggezza del Vangelo il suo equilibrio per crescere la sua prole cercando di fare il possibile per dare loro quello che il padre si rifiutava di dare.
Il padre da parte sua dava loro un grande insegnamento con l’esempio: L’ onestà prima di tutto e non si è mai sentito uscire da quella bocca un giudizio malevolo o una critica, la sua vita era semplice, disinteressata al possedere e dava a larghe mani a chi aveva bisogno; per quanto, possano essere stati assurdi certi suoi ideali era coerente con loro, ai quali rimase fedele sino a darne la vita: Dio era medico e medicina e si trascurò sino a morire.
La cosa fu positiva anche per me, mi arricchii di esperienza ed anche un po’ (spero) di saggezza.
Cara Elisa, ti ringrazio.
Da quando sei arrivata il BLOG si è rivitalizzato, anche se, purtroppo, altri soci non hanno seguito il tuo esempio.
I tuoi post sono …. ‘profondi’ e forniscono punti di riflessione e forse anche di discussione, ma questo richiederebbe una partecipazione più corale.
Riguardo a questo tuo ultimo post mi permetto di dire che la vita è molto varia, ognuno di noi ha dei ricordi, degli esempi, delle esperienze che è difficile generalizzare e di fronte alle quali non ci resta altro che prenderne atto.
Grazie caro Paolo.
Noi cerchiamo di provocare Chissà che qualchedun altro si faccia vivo
Cara Elisa Certamente la tua amica ha passato una esperienza molto impegnativa ma ha dimostrato di avere delle doti non indifferenti per poter uscire quasi indenne dalle vicende avverse della Vita. certamente bisogna avere dei principi morali non indifferenti