Se si parla di ‘cavalli a Venezia’, quasi tutti, anche la maggior parte dei veneziani, pensa ai Cavalli di San Marco !
Arcinoti, importantissimi, molto belli e così via ma …….. c’è stato un periodo in cui i cavalli, ed i loro cugini muli e asini, si potevano incontrare facilmente tra le calli e lungo le fondamenta.
La Venezia che conosciamo è praticamente quella del ‘700, a parte qualche modifica marginale: la strada nuova, il porto, piazzale Roma, la stazione e poco altro.
Ma fino al XIII secolo Venezia era una città molto diversa. In gran parte costruita in legno, con i ponti in legno senza scalini e molto più simili a passerelle che ai ponti attuali.
Le calli ed i campi non erano selciati, al massimo erano pavimentati in mattoni, come l’attuale campo de l’Abbazia, ma in gran parte in terra battuta, in qualche punto c’erano delle tavole di legno per non infangarsi i piedi.
In questo contesto chi poteva, i patrizi, i mercanti, gli ecclesiastici il cavallo o l’asino (più docile), con cui ci si poteva muovere per la città senza problemi, a parte in alcune zone, come le attuali Mercerie, in cui, dato l’affollamento, era vietato muoversi con le cavalcature.
A conferma di questo basta si può far mente locale al perchè il litorale a nord della laguna si chiami ‘Cavallino’, così chiamato perchè lì c’erano gli allevamenti di cavalli della Serenissima, ed al perchè il Ponte della Paglia si chiami così, perchè lì veniva scaricata la paglia per le cavalcature del Doge e del governo della Repubblica.
Nella seconda metà del XIII secolo Venezia è ormai diventata potente e ricca. Comincia a selciare le sue vie, con i ‘masegni’ provenienti dall’Istria, e comincia al innalzare l’arco dei ponti per poter far transitare barche più grandi per portare più merce.
Innalzando i ponti, questi hanno dovuto essere costruiti con gli scalini e quindi tra ponti con gli scalini, a meno che non fossero dotati con scalini larghi come il già citato Ponte della Paglia, e calli con il selciato, era diventato un problema muoversi a cavallo, meglio usare la gondola!
Però, anche in epoca successiva, si poteva incontrare ancora qualche cavallo, tanto che dalle parti di Campo SS.Giovanni e Paolo c’era la Cavalerizza, una specie di maneggio coperto, scomparso nel ‘700, molto simile all’arena della Scuola di Equitazione Spagnola di Vienna, in cui si svolgevano anche tornei e gare equestri.
Una particolarità dei cavalli di Venezia era che, data la passione dei veneziani per i colori ed il cromatismo, spesso venivano dipinti con colori molto vivaci (azzurro, rosso ecc.), senza particolari problemi dato che a quel tempo i colori erano naturali.
Dato l’ambiente particolare in cui i veneziani andavano a cavallo, non avevano molte possibilità di impratichirsi per cui, come in tempi recenti quando ci si imbatte in un’automobile targata VE-leno si fanno gli scongiuri, allora per indicare qualcuno che non cavalcava bene si diceva che ‘cavalcava alla veneziana’.
Paolo