Periodicamente trovo nelle strade, vicino a dove abito ora, un extracomunitario che, attrezzato con utensili poveri, estirpa le erbacce, ammucchia le foglie (che in questo periodo cadono copiose), sistema i marciapiedi ecc. Lo vedo lavorare con lena e buona volontà Negli angoli delle vie mette un cartello con circa la seguente scritta: “Sono un extracomunitario, desidero integrarmi nella vostra comunità, voglio rendermi utile e tengo puliti i vostri marciapiedi”
Senza importunare i passanti lascia una ciotola e molti di noi lasciano una piccola ricompensa. L’ultima volta ho visto anche un borsa con dentro dei pantaloni ed una ragazza, impietosita per il freddo che senz’altro provava perché era poco coperto, gli ha portato un bel giaccone caldo. Mi ha commosso il suo volto sorpreso ed incredulo.
Mi è sorta una riflessione: Perché le regioni, quando arrivano invece di richiuderli in campi profughi e lasciarli nell’ozio (che non genera mai azioni onorevoli) non si organizza e fa fare loro lavori utili per la comunità?
Indubbiamente la massa di emigrati che sbarcano è talmente copiosa che tutta una serie di leggi rallenta la loro destinazione, ma non si può negare che la burocrazia sia piuttosto (parecchio) lenta !
Problema difficile, di non facile soluzione e soggetto a strumentalizzazioni sia da una parte che dall’altra.
Le istituzioni a volte fanno quello che possono, altre non fanno quello che potrebbero.
In una società che si rifà alle radici cristiane della propria cultura, certe prese di posizione stridono un po.
E’ vero che tra i tanti che arrivano ce ne sono parecchi di poco raccomandabili, ma le generalizzazioni non sono mai corrette, c’è chi viene via dal proprio paese perchè non ha niente da perdere e chi fugge da situazioni drammatiche.
Siamo in una fase storica in cui nella nostra ‘civile’ Europa si tende ad alzare muri per timore di perdere il nostro ‘benessere’ anche se poi non si esita a sfruttare i più deboli, non solo immigrati (vedi call center e lavori part time) o a delocalizzare certe attività in paesi dove i diritti umani sono un’utopia.
Grazie Paolo del tuo acuto commento!!!|
Più volte mi sono chiesta se, gli immigrati che arrivano da noi, sono a conoscenza delle situazioni che trovano nel nostro paese e che nel loro viaggio rischiano la vita.
Senz’altro gli scafisti faranno i loro interessi e sapranno come convincerli con lusinghiere informazioni, ma anche la loro disperazione dev’essere molta.
Questo dovrebbe bastare per renderci un po’ più tolleranti nei loro riguardi e cercare di guardarli con occhi diversi. Lo so che certe notizie ci terrorizzano ma a questo dovrebbero pensare un po’ di più le forze dell’ordine