Maputo, dicembre 2012  “Tutto faccio per il vangelo”  1 Cor 9:23

Carissime amiche e amici,mi trovo per qualche giorno a Maputo, la capitale del Mozambico, per una riunione tra comboniani di tutta l’Africa orientale.

L’Avvento, già iniziato, qui coincide più o meno con l’inizio delle vacanze scolastiche estive e le strade sono piene di manghi e noci di cocco. Nella parrocchia dove stamattina abbiamo celebrato messa, chiacchieravo con qualche giovane mescolando italiano e inglese con qualche parola di portoghese. Ho chiesto ad una ragazza cosa avrebbe fatto nel pomeriggio: “Scriverò”, mi dice. “Che cosa?” le domando. “Sto scrivendo un libro sul mondo che vorrei. Un mondo senza guerre, pieno di pace e di amore per tutti”. Un’altra ragazza mi si avvicina e mi chiede se è vero che in Italia la pizza è così buona. Un paio di ragazzi, poi, mi salutano e sorridendo mi dicono se la prossima volta che tornerò in Italia posso portare i loro saluti a papa Benedetto. Ho raccontato loro qualcosa sulla mia missione in Egitto e allora mi hanno chiesto di dire qualche parola in arabo scoppiando a ridere subito dopo aver ascoltato tutti quei suoni così strani.

Venerdì tornerò al Cairo a continuare la mia vita di sempre e questi giovani incontrati un po’ per caso solo Dio sa se li rivedrò. La missione è fatta anche di questi incontri: persone che un volta viste, poi non si rivedranno mai più. Ogni persona che incontriamo, piccola o grande che sia, ha diritto ad ascoltare il nostro annuncio missionario. Non importa se fatto con tante parole o solo con una stretta di mano, ma ogni occasione, piccola o grande, è un invito di Dio ad annunciare il suo vangelo. Chissà quante persone Gesù avrà incontrato nella sua vita solo per una volta per poi non rivederle mai più. All’inizio ci sono stati i pastori che sono andati a visitarlo seguendo l’annuncio dell’angelo; subito dopo poi i re magi che avevano seguito la stella. Alla fine della sua vita, poi, c’è stato un ladro appeso ad una croce al suo fianco. Per tutti, lungo tutta la sua vita, Gesù è stato espressione dell’amore del Padre: tutto ha fatto per annunciare il suo amore.Mentre sono qui in Mozambico, un paese che conta tanti abitati quanti quelli della sola Cairo, penso al sogno di tanti Egiziani per un Egitto democratico e libero. Il lento cammino della democrazia si colora di sofferenze che non lasciano certo indifferente Dio. Tutto ha fatto per dircelo, fino al punto di farsi uomo e abitare in mezzo a noi. Quando Dio ha deciso di incarnarsi non ha fatto un lavoro a metà, ma lo ha voluto fare fino alle estreme conseguenze. Che senso avrebbe un Natale senza il Venerdì Santo? Questo è il nostro annuncio che vogliamo portare in ogni pezzetto di giornata, sia che camminiamo, sia che dormiamo, sia che parliamo, sia che tacciamo, “sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio” (1 Cor 10:31). La missione non assume lavoratori part-time: è un lavoro a tempo pieno e ben retribuito!Nell’attesa della sua venuta, teniamo le lampade accese e vegliamo ogni istante per vedere la sua gloria e annunciarla al mondo.

Buona Natale.

 

P. Lorenzo Baccin, missionario comboniano al Cairo.