AMORE E GIOCO
Potesse l’amore
guidare il gioco
forse sarei campione
anch’io,
che il cuore mi
pulsa emozionato
quando vedo
ingenue e vivaci creature
rincorrersi allegre
e rumorose
dietro una palla colorata.
Per un attimo
ho rivisto la mia, costruita
con stracci, spago ed elastici,
legata con arte e fatica
per renderla rotonda…
possibilmente!
Intanto che ricordavo,
mi è arrivato tra i piedi
un vero pallone
che, colto di sorpresa,
ho rinviato con finta calma
ma studiato obiettivo,
alla porta segnata
con due mucchietti di pietre
e al centro
un serio frugolino
ogni muscolo teso per la parata.
Non so cosa
m’è passato per il cervello,
ci ho preso gusto
e, artrosi permettendo,
ho rincorso a più non posso
la magica sfera
attorniato da una allegra
e divertita brigata
di scalmanati minuscoli avversari.
Ma quanto lontana
l’altra porta per segnare!
Ormai ero partito,
stavo prendendo gusto
al gioco e voglia
di insegnare ai piccoli
entusiasti giocatori,
un po’ di regole
del nostro antico sport.
Accovacciato con loro in cerchio
non era facile
incominciare.
Mi sono accorto subito
quant’erano distratti
e poco attenti
e ho capito il perché…!
Erano tanto più bravi
….di me!
Un solo consiglio
potevo dare,
l’avversario nel gioco
non era un nemico da eliminare
ma un amico con idee diverse,
da rispettare.
Per finire la giornata
ho abbracciato felice
questi nuovi piccoli amici
che con un corale
“Ciao nonno”
mi hanno salutato allegramente
e fissato
la nuova data
per la rivincita giocata!
Ceronte
Caro Rino anche con un semplice pallone ai piedi sai essere un saggio poeta educatore. Mi piace molto quando definisci il tuo avversario non un nemico da eliminare ma una persona con idee diverse, da rispettare…