In quest’ultimo periodo ho ricordato molte persone che non ci sono più, cercando sempre di lasciare da parte i miei affetti di cui generalmente evito di parlare se non con gli amici più vicini.

Ma Giovanni, o meglio Gianni come lo chiamavamo in casa, se n’è andato senza far rumore in questo terribile momento in cui si parla solo di morti. Non è mancato per il covid 19, anzi è stato attaccato da batteri  e virus inimmaginabili, tranne “quello”,  durante i suoi dieci mesi di sofferenza tra terapia intensiva, lunga degenza e quarantene varie,. Lui, volontario da una vita per accompagnare e aiutare gli altri nelle loro sofferenze, non ha potuto avere accanto il conforto dei suoi cari se non per qualche ora e a giorni stabiliti.  Ci siamo consolati pensando che ha finito di soffrire… è quello che si dice sempre.

A me non resta che ricordare con tenerezza e con emozione i nostri primi vent’anni di vita insieme. Ci scambiavano per gemelli e i nostri giovani genitori andavano fieri di noi. Io avevo un anno in più, carattere forte e deciso come tutti i primogeniti, lui aveva un visetto dolce ma nello stesso tempo era un gran birichino. La vita poi ci ha divisi per far spazio alle nostre nascenti famiglie, ma fortunatamente la nuova sorellina Alessandra aveva preso il posto di entrambi nella casa di mamma e papà.

Ho trovato una foto di quando abbiamo fatto la prima comunione, insieme come tutta la nostra infanzia, la nostra adolescenza, i nostri progetti di gioventù, i nostri primi amori. Una fetta di vita preziosa, che solo io e Gianni potevamo conoscere in modo profondo.

Giancarla