C’è grande interesse intorno ai nuovi grandi vecchi. Adesso che la generazione dei baby boomer sta per arrivare all’appuntamento dei 65 anni e le proiezioni prevedono che nel 2050 ci sarà un anziano su tre nel nostro mondo, la questione di questo nuovo blocco sociale comincia a porsi seriamente. Tuttavia il ruolo e l’immagine dei nuovi over 65 sfugge ai vecchi stereotipi. Proprio perciò il termine “anziano” va in soffitta . Giornali e sociologi sono a caccia di parole nuove per definirli: NEW OLD AGE (è il blog a loro dedicato dal New york Times) GOLD AGE (è il termine utilizzato nel covegno a Rimini sull’universo della terza età) PAPY BOOMERS (è il neologismo coniato dal quotidiano francese “Le Monde”. Anche il termine NOUVEL AGE è un’invenzione francese. Il gerontologo Carlo Vergani propone un suo neologismo per definirlo: l’UOMO INEDITO, perchè l’anziano è “un normale diverso” (!!!!)un pò più fragile ma con grandi potenzialità. Ma perchè evitare di chiamare le cose con il loro nome? Non sarebbe meglio usare liberamente e con orgoglio la parola “VECCHIO” per ridare valore a un’età della vita?
Dal CORRIERE DELLA SERA Domenmica 17 Ottobre 2010