Ho vissuto con mia sorella (14 anni più di me) per 26 anni, ed a volte mi piace ricordarla nei suoi avvenimenti più allegri. Era un personaggio particolare, a volte si comportava con la semplicità dei bambini.
Di notte dormiva poco ed allora ogni tanto accadeva che, senza riflettere, metteva in atto ciò che pensava senza tenere conto degli anni che ormai aveva.
Ed è proprio con un episodio, finito poi in una risata, con il quale voglio strapparvi un sorriso.
In casa avevamo un ripostiglio lungo e stretto dove erano state messe delle scansie che usavamo anche come dispensa di riserva, nella stretta parete di fondo c’era la scala (ci stava solo quella).
Una notte verso le tre, nel bel mezzo del sonno sento un forte botto ed un susseguirsi di botti più leggeri uno dietro l’altro. Con un salto corro a vedere cosa è successo: “Spalanco la porta del ripostiglio e la trovo stesa per terra lungo, (l’unico spazio per camminare) con sopra di lei la scala ed un sacco di pacchi di pasta, ero disperata che fare? La prima domanda:
-Senti male?
-No, no sono caduta lentamente tenendomi sulle scansie.
-Sei proprio sicura, senti male in qualche posto?
-No no stai tranquilla guarda: muove leggermente la testa, le braccia, le gambe respira e parla tranquillamente, è più calma di me.
Come tirarla fuori?????? Spazio per entraci non ce n’è, mi sento disperata, chiedere aiuto a quell’ora? Non è il caso. Tento di alzare la scala ma non c’è spazio per appoggiarla al muro di fondo, come tiro fuori mia sorella??? Invoco tutti gli angeli e i santi del Paradiso e cerco forza fisica dentro di me.
Con una mano tengo la scala quel tanto alzata per poter trascinare fuori mia sorella, con l’altra mano pian pianino la tiro…… ce la faccio!!!!! (L’intervento celeste dev’esserci stato, io non avevo tanta forza) Prima di aiutala ad alzarsi la controllo ancora, con le gambe che mi tremano per lo spavento, se ha tutto a posto. E’ stata veramente protetta.
Le chiedo: Ma cosa volevi fare? Risponde sorridendo con espressione celestiale.” Sai quella piantina che mi hanno regalato, stavo cercando un cestino per metterla dentro!” Alle tre di notte tentando di salire sulla scala.
Visto che, non era accaduto nulla di male, il tutto è finito con una risata, cercate di figuravi di vedere questo personaggio stesa per terra in déshabillè con sopra una scala e ricoperta da tantissimi pacchi di pasta, Tranquilla là come niente fosse accaduto e tutto per cercare un cestino alle tre di notte.
Cara Elisa, non so che età avesse la tua ‘sorellina’ all’epoca di questo episodio.
In base alla mia personale esperienza (genitori, suoceri e similia), tenendo presente che le generalizzazioni sono da considerare con prudenza, mi sento di dire che persone, mano a mano che diventano più anziane, hanno dei comportamenti sempre meno razionali e quindi imprevedibili.
Proprio per quel motivo, quando le cose terminavano senza guai, tiravo un bel respiro e la buttavo in ridere. Ti assicuro che la scena, nel suo insieme era irrisoria…. La foto che ho postato è stata scattata proprio all’O I C una quindicina di giorni prima che ci lasciasse, era ricoverata all’Intermedio. I fratelli, quando vengono a mancare si portano via una parte di te, lei in particolare. Essendo la più debole aveva bisogno di me e questo mi faceva sentire forte, ai miei disturbi non ci badavo. Nel primo periodo poi,complice anche il dolore, mi sono sentita invecchiare di un sacco di anni!