ME VIEN IN MENTE
Varda come che xe eà vita. I dise che se vive de ricordi….….Se te te ricordi! Sa no, ghe pensa i altri a farte vegnere in mente tante robe, bee e brute.
Davanti al scritoio dove buto zo e idee che me vien e dopo è copio sol PC pa passarghee ai amissi; ghe xe n’angoeto co na vetrineta piena de strumenti musicai e me ciapa na nostalgia, che me fa vegnere in mente i tempi passai.
Gerimo nel mienovesentoquarantasinque, pena finia ea guera, tanta aegria e voia de desmentegarse e soferense, i bombardamenti, ea fame, ea paura, i tedeschi, e rapresalie. E po basta, parchè me vien tanta tristessa e invesse me vuio ricordare che tute e ocasion gera bone pa baeare e cantare. Mi ghevo sui quindese ani e me piaseva eà musica. Gero nato in meso aea musica. Casa nostra, ghe gera un mandoin ch’eo sonavino squasi tuti, ogni tanto se zontava un amigo de fameja col violin.
Xe sta aeora che me xe vegnù ea voia de comprarme na fisarmonica.Gera una de cuee a botoni, 90 bassi, de ocasion. Dopo gheà go passà a me fradeo più picoeo.
Strumento in spaea andavo a Voltabarosso in bicicleta, da un bravo maestro che ga scuminsià a insegnarme e note musicai e doparare ea fisarmonica.Go dovesto imparare in freta parchè el tempo coreva ea voja de spassarse un fia gera tanta.
In quatro e quatroto se ghemo trovà con qualche amigo e qualche tosateo e decidemo de fare na orchestrina, cussì aea bona, se gavarissimo divertio e anca ciapà un franco.
‘ndavino sonare in qualche seese de campagna, in qualche spiasso in periferia, in qualche Patronato, in qualche corte de casa; el massimo dea sodisfassion gera quando che se compagnava un cantante.
Disemo eà verità, me so incorto presto che ae festine, gera mejo baeare che sonare, cussì go scuminsià a ‘ndarghe pa baeare anca mi. E sonare? Aea sera pal gusto mio e quando gero stufo podevo moearghe.
Ceronte
MI VIENE IN MENTE
Guarda com’ è la vita da vecchi.Dicono che si vive di ricordi se te li ricordi! Altrimenti ci pensano gli altri a ricordarti tante cose belle e brutte.
Davanti allo scrittoio dove butto giù le idee che mi vengono in mente e dopo le copio sul PC per passarle agli amici; c’è un angolino con una vetrinetta piena di strumenti musicali e mi prende tanta nostalgia del tempo trascorso.Mi ricordo del millenovecentoquarantacinque, era appena finita la guerra, c’era tanta allegria e desiderio di dimenticare le sofferenze, i bombardamenti, la fame, la paura, i tedeschi e le rappresaglie. Ma basta, perché mi viene tanta tristezza e invece voglio ricordare che tutte le occasioni era buone per ballare e cantare. Io ero sui quindici anni e mi piaceva la musica. Ero nato in una famiglia musicale. Casa nostra, c’era un mandolino che lo suonavano quasi tutti, ogni tanto si aggiungeva un amico di famiglia col violino. Ѐ stato allora che mi è venuta la voglia di comperarmi una fisarmonica. Ho trovato un’occasione di una con i bottoni da 90 bassi. Dopo l’ho passata a mio fratello più piccolo. Strumento in spalla andavo a Voltabarozzo in bicicletta, da un bravo maestro che ha cominciato a insegnarmi a leggere le note musicali e suonare la fisarmonica. Ho dovuto imparare in fretta perché il tempo correva e la voglia di spassarmela un po’ era tanta.
In quattro e quattrotto ci siamo trovati tra amici suonatori e qualche ragazzino di buona volontà e abbiamo deciso di metter su una orchestrina, così alla buona, con l’intenzione di divertirsi e anche guadagnar qualche soldino! Andavamo suonare in qualche aia di campagna, in qualche piazzetta in periferia, in qualche Patronato, in qualche cortile tra le case; il massimo della soddisfazione era quando c’era la partecipazione di un cantante.
Diciamo la verità, mi sono accorto presto che alle festine era meglio ballare che suonare, così ho cominciato andar ballare anch’io. E suonare? Alla sera per mio gusto e quando ero stanco potevo smettere
Ceronte
Bei questi ricordi, in questa foto vede anche mio fratello maggiore e questo mi riempie tanto di gioia anche se non è più fra noi. Grazie. Paolo Brolati
Scopriamo che il nostro poeta era anche un giovane musicista! Peccato non aver approfittato di questo tuo talento nascosto durante le molteplici festicciole che abbiamo organizzato per Agorà.
Ricordo anch’io queste orchestrine improvvisate di adulti e bambini o di famiglie intere che suonavano e cantavano nelle vecchie trattorie dove si andava a mangiare qualcosa dopo la messa della domenica o alla sera. Ai matrimoni non mancavano quasi mai per creare allegria e far ballare tutti.
Grazie per questo nostalgico ritorno nel passato. Giancarla
Che tempi belli !!!! Che nostalgia ….