PANICO

 Da diversi anni frequento, per cure fisioterapeutiche. Le Terme, Olimia, a Podcetrtek in Slovenia. Di solito in mattinata riuscivo a fare tutte la cure prescritte e nel pomeriggio in genere facevo qualche passeggiata. Quest’anno purtroppo mi trovo qui da una settimana e non ho ancora visto il sole. Mi stavo annoiando e cercavo un tema per scrivere qualcosa, un modo di passare il tempo.. Un pomeriggio ho trovato in camera il seguente avviso che trascrivo integralmente.

“Egregi ospiti !  Il nostro albergo è stato costruito e arredato in conformità agli standard europei per la sicurezza in caso di incendio per ridurre al minimo il rischio d’incendio. Nell’eventualità di un incendio il personale dell’hotel è pienamente istruito su come procedere e pertanto vi preghiamo di vostra collaborazione.Vogliamo informarvi, che al martedì, il   18.10.2016 alle ore 16 in Hotel Breza sarà organizzato trapano di evacuazione in caso di incendio, insieme con vigili del fuoco volontari Podcetrtek. Esercitazione di evacuazione si prevede completato entro le 17,30.Questo messaggio è solo a scopo informativo, perché vogliamo che voi non disturbate inutilmente quando si accende l’allarme e l’arrivo dei vigili del fuoco. Voi auguriamo di trascorrere in pace le vacanze in Terme Olimia.Grazie per la vostra collaborazione  Barbara Brglez Responsabile del hotel” Il messaggio, comprensibile nonostante la cattiva traduzione in italiano, ha subito messo in moto la mia memoria storica ricordandomi che sono stato coinvolto in 3 incendi in diverse situazioni in cui il panico ha avuto una parte relativamente importante. Qualche volta ho sentito parlare del panico che provocava vittime nel caso di incendi in luoghi molto affollati dove le uscite di sicurezza mancavano oppure non funzionavano.

Incendio n° 1: Nell’autunno fine anni 60 si svolgeva il saggio delle scuole di danza della zona, abitavo ad Arona pertanto anche mia figlia Paola ha partecipato al saggio che si sarebbe svolto nel Palazzo dei Congressi di Stresa.La sala era gremita e lo spettacolo si stava svolgendo regolarmente con grande emozione dei parenti dei piccoli ballerini. Come tutti i teatri anche questo aveva un proscenio di stoffa che inquadrava il palcoscenico stesso ed alla base del tendaggio erano istallati due grandi spot per illuminare la scena. Ad un certo punto uno di quei padri che evidentemente voleva le migliori fotografie della figlia salì sul lato destro del palco e nel scattare le foto spinse il tendaggio, penso di seta, a contatto dello spot surriscaldato. Un attimo e una grande fiammata avvolse il proscenio. Noi eravamo seduti pressappoco al centro della sala ed io occupavo il primo posto vicino al corridoio centrale, dissi ai miei di non muoversi mentre una massa urlante aveva invaso tutte le vie d’uscita.In quel momento una signora anziana è caduta proprio in corrispondenza della poltrona da me occupata. Ho tentato di aiutare la signora ad alzarsi ma nella semioscurità nessuno si era accorto e la massa urlante spingeva per uscire, dietro alla signora c’era un uomo piuttosto robusto che spinto dalla folla non si era accorto della donna caduta davanti a lui allora ho dovuto dargli un colpo in faccia in modo di avere qualche minuto perché si rendesse conto di quello che stava succedendo. Stava per reagire ma si accorse in tempo che stava per calpestare una persona. Riuscì a trattenere la folla terrorizzata e mi aiutò a sollevare la signora. E’ bastato quell’attimo ed una anziana signora è uscita incolume da una tragica situazione. Siamo rimasti nella sala in cinque o sei persone mentre il fuoco si propagava alla tappezzeria della sala. Si è dovuto strappare la tappezzeria prima che fosse raggiunta dal fuoco, così le fiamme si sono estinte per mancanza di materiale combustibile. Cessato il pericolo dell’incendio alcune persone ritornarono nella sala con delle pile per cercare qualche cosa che avevano perso nella ressa. Vista la possibilità che altre persone avessero perso qualcosa organizzammo la ricerca razionale, in tutta la sala. degli eventuali oggetti smarriti: abbiamo raccolto una quantità tale di scarpe da riempire un sacco di plastica da 100 litri ed una manciata tra collanine e orecchini. Sono stato molto colpito della situazione che si è che creata a causa del panico che ha tolto al 98% delle persone presenti ogni possibilità di raziocinio ma ha prevalso l’istinto di conservazione che nella società umana porta, il più della volte, a maggiori pericoli.

Incendio n° 2: A dire il vero non è stato un vero incendio. Stavo rientrando a casa dalla Svizzera in treno che in quel momento stava percorrendo il tratto della Galleria del Sempione (lunghezza 21Km.) quando improvvisamente, un lacerante fischio e rumore di ferraglie il treno si blocca. Naturalmente la mia curiosità mi ha costretto ad andare a vedere cosa può essere successo di cosi grave da tirare la maniglia dell’allarme. Il treno era bloccato al KM. 11 della galleria e si vedeva un po’ di fumo salire dalla testata di una carrozza. Quando sono arrivato vicino vidi della brace che il Capo treno ha spento in un attimo con un estintore.Come ho premesso non si trattava di un vero incendio ma avrebbe potuto diventarlo e questo pensiero mi ha fatto gelare il sangue nelle vene. Il treno è stato bloccato al centro della galleria e l’incendio della carrozza avrebbe provocato una quantità tale di fumo creando parecchie vittime. La soluzione era di lasciare uscire il treno dalla galleria e nel contempo, o con un estintore, oppure con una bottiglia di acqua minerale ed in mancanza di queste due opzioni bastava la buona volontà di 3-4 uomini che avrebbero potuto fare pipì sulla brace.I problemi non erano ancora risolti in quanto la frenata di emergenza non è reversibile, si deve sbloccare i freni carrozza per carrozza lasciando il convoglio senza la possibilità di frenare per la mancanza di aria compressa. Per questa operazione ci volle più di mezz’ora poi il treno usci dalla galleria a Iselle. Pensavamo di ripartire subito ma, tra Iselle e Domodossola c’è un dislivello di circa 400 metri su 35 Km pertanto abbiamo dovuto attendere più di 3 ore un potente locomotore delle Ferrovie Svizzere per poter scendere fino a Domodossola, risultato sono arrivato a casa con circa 4 ore di ritardo.

Incendio n° 3: Questa volta il panico non c’entra ma penso che sia il caso di divulgare la banalità con cui si è verificato. Era un sabato, una magnifica giornata di vento perciò decisi che avrei passato la mattinata in barca a vela. C’era una magnifica brezza che faceva planare la barca, una meraviglia fino a quando mi raggiunse il motoscafo del Club Velico per dirmi che dovevo rientrare subito perché era scoppiato un incendio in un palazzo per uffici del quale avevo la responsabilità della manutenzione. Appena a casa telefono a Milano e mi dicono che l’incendio si era sviluppano nella centrale elettrica ed era stato subito domato ma avrei dovuto essere presente per verbalizzarne le cause e soprattutto per disporre velocemente la ripresa del servizio dei grandi quadri elettrici danneggiati. Si trattava di una cabina elettrica al servizio di un grande Palazzo per uffici perciò la fornitura di energia era di media tensione. Non vi era alcun dubbio un cavo ed un morsetto erano fusi quindi l’incendio del quadro è stato sicuramente provocato dal fatto che il cavo non era stato adeguatamente fissato nel morsetto, evidentemente non era stata stretta bene la vite il che ha provocato l’incendio della guaina che ricopriva il cavo che a quel tempo era di gomma mentre ora i cavi sono protetti da materiale autoestinguente. Quest’ultimo incendio non c’entra con il panico ma mi importa chiarire come sia facile da un piccolo errore ottenere enormi danni. Io son dovuto andare a Milano il sabato e tutta la domenica mentre i tecnici hanno lavorato anche nelle notti tra sabato e domenica e tra domenica e lunedì per permettere a circa 600 impiegati di poter prendere l’ascensore e sedersi alla loro scrivania con i computer ed i telefoni funzionanti.

P. S. Oggi il telegiornale ha trasmesso la notizia che un ventina di persone sono morte calpestate dalla folla in una stazione in India. Il panico della folla presente era stato provocato da voci che denunciava un possibile crollo della struttura metallica su cui stavano transitando la massa dei passeggeri scesi dai treni. Queste situazioni sono quasi sempre provocate dall’uomo per noncuranza di quello che sta facendo o per mancanza di rispetto delle regole di prudenza che dovrebbero essere sempre rispettate.

Cosa fare . per prima cosa rendersi conto di cosa sta succedendo e dove per poter decidere se allontanarsi tranquillamente oppure in pervenire in aiuto di quelli che in attesa dei Vigili del fuoco tenta di circoscrivere l’incendio.

Ivan