Oggi abbiamo salutato Francesco per l’ultima volta.
La chiesa del Civitas Vitae era affollata, non solo di parenti e soci Agorà, ma anche di amici, conoscenti ed esponenti dell’O.I.C., dal direttore del Santa Chiara, alla responsabile del Centro Infanzia e a quella del Museo Veneto del Giocattolo, unitamente al altri mescolati tra la gente.
Queste cerimonie di commiato sono sempre piuttosto commoventi, questa, in ricordo di Francesco, mi ha commosso in modo particolare e non solo me.
Francesco era una persona squisita e benvoluta da molti, e di questo ne è prova il grande numero di persone presenti e, soprattutto, gli interventi degli oratori che si sono susseguiti dopo la liturgia, a cominciare dal genero (tedesco) Martin che, leggendo il suo intervento in italiano, non è riuscito a trattenere le lacrime, continuando con Giancarla che anche lei, che conosciamo come donna forte, ha letto il suo discorso con voce rotta dalla commozione per arrivare, dopo gli altri oratori, in fine al figlio Mauro che è riuscito a parlare con qualche difficoltà.
Vorrei fare una considerazione personale. Quando c’è l’affetto, l’amore le distanze fisiche, la lontananza non contano. Francesco e Bruna hanno i figli con le loro famiglie sparsi per l’Europa ma questo fatto non ha influito minimamente sull’unità della famiglia, e questa mattina ne abbiamo avuto la dimostrazione.
Paolo Vianello