L’amico Giovanni Migliavacca invia per vostra conoscenza una mail ricevuta da amici
Siamo all’Università di Berkley, in California.
Un professore della Facoltà di Psicologia fa il suo ingresso in aula, come ogni martedì.
Il corso è uno dei più gremiti e decine di studenti parlano del più e del meno prima dell’inizio della lezione.
Il professore arriva con il classico quarto d’ora accademico di ritardo.
Tutto sembra nella norma, ad eccezione di un piccolo particolare: il prof. ha in mano un bicchiere d’acqua. Nessuno nota questo dettaglio finché il professore, sempre con il bicchiere d’acqua in mano, inizia a girovagare tra i banchi dell’aula.
In silenzio.
Gli studenti si scambiano sguardi divertiti, ma non particolarmente sorpresi.
Sembrano dirsi: “Eccoci qua: oggi la lezione riguarderà sicuramente l’ottimismo.
Il prof. ci chiederà se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto.
Alcuni diranno che è mezzo pieno. Altri diranno che è mezzo vuoto.
I nerd diranno che è completamente pieno: per metà d’acqua e per l’altra metà d’aria!
“Tutto così scontato!”.
Il professore invece si ferma e domanda ai suoi studenti:
“Secondo voi quanto pesa questo bicchiere d’acqua?”.
Gli studenti sembrano un po’ spiazzati da questa domanda, ma in molti rispondono:
il bicchiere ha certamente un peso compreso tra i 200 e i 300 grammi.
Il professore aspetta che tutti gli studenti abbiano risposto e poi propone il suo punto di vista:
“Il peso assoluto del bicchiere d’acqua è irrilevante.
Ciò che conta davvero è per quanto tempo lo tenete sollevato”.
Felice di aver catturato l’attenzione dei suoi studenti, il professore continua:
“Sollevatelo per un minuto e non avrete problemi.
Sollevatelo per un’ora e vi ritroverete un braccio dolorante.
Sollevatelo per un’intera giornata e vi ritroverete un braccio paralizzato”.
Gli studenti continuano ad ascoltare attentamente il loro professore di psicologia:
“In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere non è cambiato.
Eppure, più il tempo passa, più il bicchiere sembra diventare pesante.
Lo stress e le preoccupazioni sono come questo bicchiere d’acqua.
Piccole o grandi che siano, ciò che conta è quanto tempo dedichiamo loro.
Se gli dedichiamo il tempo minimo indispensabile, la nostra mente non ne risente.
Se iniziamo a pensarci più volte durante la giornata, la nostra mente inizia ad essere stanca e nervosa.
Se pensiamo continuamente alle nostre preoccupazioni, la nostra mente si paralizza.”
Il professore capisce di avere la completa attenzione dei suoi studenti e decide di concludere il suo ragionamento:
“Per ritrovare la serenità dovete imparare a lasciare andare stress e preoccupazioni.
Dovete imparare a dedicare loro il minor tempo possibile, focalizzando la vostra attenzione su ciò che volete e non su ciò che non volete.
Dovete imparare a mettere giù il bicchiere d’acqua”.
“Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini.
A ciascun giorno basta la sua pena.”
(Matteo 6, 34)