La passeggiata di venerdì. Prati dalle linee dolci e ondulate, piccoli gruppi di case di montagna, la maggior parte di esse vecchie e disabitate e solo alcune frequentate durante la bella stagione, qualche contrà isolata e scomoda per chi ancora ci vive. Questo è il paesaggio che intravediamo nella lunga passeggiata verso la valle dei ciliegi. Proseguendo il cammino si raggiunge un luogo alquanto suggestivo caratterizzato dalla presenza di un vecchio rustico che si specchia in una piccola pozza d’acqua e di un secolare faggio dalla gigantesca chioma. Il rustico, noto con il nome di “Baito delle Coste”, struttura in pietra la cui tipologia è rimasta inalterata nel tempo, è costituito da una parte bassa adibita a stalla, dove le mucche venivano radunate la sera al ritorno dal pascolo, e da una parte sovrastante, rappresentata dalla “Tesa” o fienile, in cui veniva riposto il fieno raccolto durante l’estate.
E mentre i particolari continuano a rapire la nostra attenzione, un leggero venticello risuona tra i rami di un vecchio faggio, come un richiamo armonioso nel verde cuore dei monti. Il suo tronco grosso e rugoso è diverso dai tronchi sottili ed eleganti dei faggi della fitta foresta. La maestosità della sua grande chioma rievoca immagini di luci e di ombre.
Proseguendo il cammino, inoltrandosi in un ampio e luminoso bosco di larici, si incrocia per un breve tratto la strada comunale che conduce a Contrà Vallà e poi ci si immerge nuovamente nel verde dei prati fino ad arrivare alla piccola “Valle dei Ciliegi”, un luogo che invita al gioco e alle corse, e accende il desiderio di immergersi per un po’ nel profondo cuore della natura.
Durante la lunga passeggiata di 4 ore circa, con una sosta alla fontanella del 1900 e alla spada nella roccia, una tappa d’obbligo alla baita “Pontara” per un caffè e un pezzo di strudel caldo.
Rientro affrettato al centro di Tonezza per riuscire a fare anche qualche spesa al mercatino del venerdì.
Accompagnati dalla nostra guida Albino e da Pancrazio, che ci hanno imbrogliato un pochino sulla durata del percorso. Un paio d’ore, avevano detto… Ma come sempre ce l’abbiamo fatta fino alla fine, soddisfatti di aver potuto gustare la sorprendente dolcezza di un’altra zona di questa località montana.
Giancarla