Un signore che per comodità chiameremo Giovanni, è una persona anziana e quindi da lungo tempo nonno. Qualche tempo fa si pose la domanda “i nonni servono ancora?”in un mondo dove se non hai un smartphone sei out (vuol dire che sei nessuno) pertanto per rispondere ha dovuto fare delle ricerche ma non ha avuto altra possibilità che farle nel suo ambito famigliare.
Per capire il risultato della ricerca è stato costretto a presentare succintamente il materiale su cui ha lavorato e cioè la sua famiglia: Abitava ad Arona, una bella cittadina sul Lago Maggiore con la moglie Rosangela e quando i loro figli Paola e Andrea si sono sposati, per ragioni di lavoro, si sono trasferiti: Paola nel Veneto ed Andrea a Milano.
Dopo qualche tempo la cicogna portò alla famiglia di Paola: Cecilia, Giulia e Teresa ma si dimenticò della famiglia di Andrea il quale senza esitare si rivolse ad un altro fornitore che in una fredda sera di febbraio, per mezzo di un grosso aereo proveniente dalla Siberia, gli consegnò: Irina, Masha, Nadia e Misha i quali andarono subito incontro ai nonni, prendendoli per mano, chiamandoli tranquillamente nonno e nonna (in russo naturalmente). La cicogna, preoccupata per la dimenticanza, circa un anno dopo, per scusarsi, portò una bella bambina di nome Caterina.
Per diversi anni vi fu un normale rapporto nonni-nipoti: vacanze insieme ,viaggi, visite musei o campi gioco, settimane bianche, ecc. partecipando inoltre alla loro vita scolastica e con le relative apprensioni quando qualcuno era ammalato.
Passavano gli anni ed i nipoti crescevano ma diminuivano i rapporti con i nonni, era un comportamento logico e comprensibile, c’erano gli amici, nuovi interessi culturali ma restava la gioia che si percepiva ad ogni incontro,
Era chiaro che non aveva ancora trovato una risposta soddisfacente ma è sorta una nuova domanda “Che cosa puoi ancora dare a ragazzi o meglio a persone di oltre 20 anni con una cultura ed un tipo di vita che i nonni alla loro età, potevano concepire solo nelle fantasie fantascentifiche? Era possibile che una risposta definitiva non c’era.
Da qualche tempo si sente parlare della grande importanza dei rapporti intergenerazionali (che brutta parola) tra anziani e giovani.
A questo punto il signor Giovanni si chiese che cosa poteva essere veramente un “rapporto intergenerazionale”, consisteva forse in un legame affettivo che doveva essere mantenuto nel tempo, o forse la necessita di ricordare ai giovani gli antichi valori etico-culturali, oppure dare e ricevere simpatia e anche affetto tra generazioni? Concluse che. con l’aggiunta di un pochino di “intercomunicazione” , l’insieme di quanto sopra detto poteva costituire un “rapporto intergenerazionale”.
A questo punto gli sorge spontanea la domanda “è possibile che questo rapporto possa svilupparsi in un epoca in cui tutto ruota attorno al computer dove la posta viene sostituita dall’E-Mail, biglietti di auguri sostituiti da messaggi, sul telefonino, che finiscono sempre con un caldo e romantico tvb,, i libri dai E-Books e puoi avere centinaia di “amici” su facebook per non parlare poi della “grande coltura che puoi scaricare dal web” in quanto per cultura oggi si intende la possibilità di “scaricare” subito qualunque notizia possa servire in quel momento, cosa che agli anziani risulta difficile.
Si rese conto che il “rapporto intergenerazionale“ doveva essere importante in quanto l’argomento è tuttora oggetto di studi, conferenze, corsi e pubblicazioni varie.
Lesse qualche libro, seguì qualche conferenza sull’argomento per concludere che si era comportato così come descritto solo con la disponibilità, tanto affetto e un po’ di buon senso per dare ai suoi nipoti ciò che veramente desideravano e non quello che a lui sarebbe piaciuto più facilmente dare.
Recentemente una scolaresca di Treviso a fatto visita al Museo Veneto del Giocatolo, si trattava di due classi di bambini di 7 anni (seconda elementare), furono divisi in gruppetti di 6-7 bambini e per ogni gruppo c’era un nonno-guida. Col suo gruppetto iniziò la visita illustrando i vari giocattoli presenti nelle vetrine. Fin dal primo istante un dei ragazzini lo prese per mano (cosa abbastanza normale). Alla fine della visita, quando erano tutti pronti per partire, il bimbo gli chiese se poteva fotografarlo, fu felice di accontentarlo ma al momento dello scatto si aggregarono gli altri nonni pensando che la foto di gruppo sarebbe stata gradita, scattata la foto il bimbo chiese di nuovo se poteva fare una foto da solo, Gli chiese, poi, di vedere come erano venute le foto, acconsentì, solo che nel mostrare la prima foto, tolse tutto il contorno lasciando solo la sua persona.
Non conosceva il nome di quel bambino ma ha recepito il suo messaggio: “Tutti i bambini sono nipoti e tutti gli anziani sono nonni” Pertanto i nonni servono ancora non solo perchè rappresentano la memoria storica di un recente passato ma per i nipoti – piccoli o grandi – restano un punto fisso di riferimento affettivo e non.
Potete immaginare la soddisfazione del signor Giovanni aveva trovato la risposta: SI I NONNI SERVONO ANCONA e con piacere notò che non era un servizio pesante…..bastava esserci!!!
Caro Ivan (alias Giovanni Migliavacca) sei forte e dai una visione particolarmente toccante, per il tuo modo di pensare e coinvolgerti, in riflessioni toccanti e rispecchianti la vita moderna. Sei di esempio per tutti noi. Oserei invitare qualche altro nonno a scrivere le esperienze maturate nella sua vita.
Caro Giovanni, anche se non scrivevi il tuo nome, si sarebbe capito benissimo che eri tu!!! Almeno lo avrei capito io, poiché rammento che di queste cose abbiamo parlato molto volte.
Io credo, come già sai, che le cose non siano giuste o sbagliate di per sè, dipende come le usiamo. ad esempio, se tutta questa tecnologie non ci fosse, io ora non potrei né leggerti né scriverti…
Da quando sono qui e vedo tutti i giorni voi e gli ospiti, penso spesso ai miei nonni che purtroppo non ho più.
A volte mi trovo a ripensare alle storie che mi raccontava la nonna Gigetta o al nonno Toni che mi portava frittelle, mentine, fichi… a seconda della stagione.
Stando con voi, sento tanto la loro mancanza e vi apprezzo ancora di più per quanto fate.
Caro Giovanni, io credo che quel bambino chiedendo di fare la foto con te ti abbia già risposto…
E non pensare che i ragazzzi d’oggi non abbiano bisogno di sentire affetto, sicurezza, saggezza…
Io sono convinta che l’uomo per certe cose sia sempre uguale a sè stesso in tutti i tempi e in tutti i luoghi…
Quindi, Cari Nonni, continuate così che ci siete non sono utili, ma io direi indispensabili!!!!
Con tanto affetto.