Abbiamo la fetta più grossa dei capolavori artistici ma non sappiamo farli fruttare. Nemmeno gadget e caffetterie ( gestite da privati) riescono a far decollare i bilanci. Hanno reso allo Stato sei milioni di euro l’anno, l’ottanta per cento di quanto incassa un SOLO sito francese per le stesse voci . I 46 milioni di euro del fatturato complessivo superano appena i due terzi degli introiti del Metropolitan Museum di New York. Il confronto è per noi avvilente , considerando che la cifra in esame è il ricavato di oltre 450 musei e aree archeologiche statali censiti dal Ministero dei Beni Culturali. Qual è il male oscuro del nostro Paese ? Secondo Sergio Rizzo, nell’ articolo apparso su Io Donna del 19 novembre , il problema consiste in una classe dirigente miope, che non ha mai avuto in mente, tranne brevi periodi, un disegno strategico per i Beni culturali. Questo Paese ha sempre considerato il proprio patrimonio culturale e archeologico più come un peso che come un’opportunità. Inoltre gli stanziamenti per il ministero sono al lumicino e assorbiti quasi tutti da una macchina gigantesca e capillare, con 20mila dipendenti.
Perchè l’Italia non vale un patrimonio (artistico)
da [email protected] | Nov 21, 2011 | Dalla Stampa, Uncategorized | 1 commento
Penso che molti posti di lavoro, si potrebbero trovare, nel assicurare l’apertura prolungata fino alle 20:00 di sera tutti i giorni con diversi turni, cosi permettendo a visitatori e lavoratori un più ampio orario, di visita e guadagno. Pensare che a Roma in Agosto la visita al Colosseo chiude alle 17:30, ma questo sarebbe l’orario di apertura.